Una chiesa nella chiesa. Si era quasi giunti ad una scissione sul territorio della diocesi catanzarese prima che nel settembre del 2020 il Santo Padre inviasse da Roma i suoi emissari in Calabria a rimettere ordine nella galassia associativa che dal capoluogo di regione era riuscita ad estendersi in tutta Italia e non solo. Lo scioglimento da parte del papa giunge dopo oltre quarant'anni di attività, ma ufficializzata solo da venti. Il Movimento Apostolico aveva mosso i primi passi nei quartieri ad est di Catanzaro ma dimostrando una capacità attrattiva tale da ispirare decine di vocazioni e creare un nucleo partecipativo che nel corso degli anni si è però trasformato in una monade.

Rivelazioni sconfessate

Di «gravi e profonde divisioni» parlano oggi i tre prefetti cardinali che hanno firmato il decreto di scioglimento del Movimento Apostolico, ratificato dal Papa e divenuto, quindi, inappellabile. Già da oggi risultano sospese tutte le attività dell'associazione che storicamente si tenevano principalmente nelle parrocchie di Siano e Santo Ianni con approfondimenti teorici, formazione, catachesi ma ispirate alla fondatrice Maria Marino. Il decreto della Congregazione per la dottrina della fede manda in soffitta in un sol colpo quarant'anni di "credenze" e di "rivelazioni".

Vocazioni ispirate

Per la Santa Sede, infatti, le rivelazioni che hanno originato il Movimento non sono di origine soprannaturale benché per anni e ancora di recente decine di credenti si accalcassero in riunioni piuttosto partecipate, anche di sacerdoti. Almeno quaranta, raccontano fonti ben informate, i preti ordinati grazie all'ispirazione del Movimento pur sempre incardinati nella arcidiocesi catanzarese ma che non rispondevano più all'arcivescovo metropolita, Vincenzo Bertolone, alimentando una frattura all'interno del clero. Rapporti gelati tra opposte fazioni, tra chi sosteneva la fondatrice del Movimento Apostolico, Maria Marino, e chi oggi disconosce «il carisma della fondazione» ritenuto «non originale, non soprannaturale».

Diaspora di sacerdoti

Il timore oggi è quello di una dispora di sacerdoti, in particolare tra quelli "militanti" nelle fila del Movimento Apostolico benché oggi il decreto di soppressione fissi regole ben precise per gli spostamenti verso altre chiese. «Perché un presbitero incardinato nell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace possa essere incardinato validamente in un'altra chiesa particolare, deve ricevere previa autorizzazione dalla Congregazione per il Clero. La direttiva si applica, in particolare, ai presbiteri già appartenenti al Movimento Apostolico» recita il provvedimento che scioglie l'associazione posta alla stregua di una lobby familiare.

Fratture e fazioni

Non è un caso se tra i mandati che il Santo Padre assegna ai tre emissari - l'arcivescovo emerito di Oristano, Ignazio Sanna, e i due convisitatori - vi è non solo un approfondimento della natura e delle motivazioni che animano «le tensioni all'interno della chiesa locale, tra i membri del Movimento, in particolare tra i presbiteri e tra membri laici e persone consacrate» ma soprattutto di verificare il «discernimento vocazionale e la formazione dei candidati agli ordini sacri, la formazione permanente dei ministri ordinati, i rapporti e la dipendenza gerarchica con il proprio vescovo diocesano». 

Lobby familiare

Un rapporto sfuggito di mano e "inquinato" per di più da una gestione familiare, anche nell'uso e nel governo dei beni patrimoniali. Da Roma si chiede una relazione, tra l'altro, anche sull'utilizzo dei beni del Movimento «con particolare attenzione a quelli donati o lasciati per cause pie, constatata la difficoltà di chiarimento circa la provenienza, la gestione e l'uso» che saranno ora devoluti in beneficienza sotto la supervisione dell'arcivescovo emerito di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, nominato delegato della Santa Sede con il mandato di portare a esecuzione quanto disposto dal decreto di scioglimento.