VIDEO | Ex dipendenti e familiari delle vittime sostengono ci sia correlazione tra l'insorgere della malattia e la presunta esposizione a sostanze nocive. Gli avvocati delle parti civili: «Venga fuori la verità». Il legale degli imputati: «Tre sentenze ci hanno già dato ragione»
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In sospeso dal mese di ottobre 2022, la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero del tribunale di Paola, in relazione al procedimento che coinvolge i dirigenti della ex Marlane di Praia a Mare, è stata discussa ieri - in prima udienza - presso il Palazzo di Giustizia della città del Santo. Chiamati a rispondere di omicidio colposo e lesioni colpose, poiché alcuni ex dipendenti dell'azienda hanno sostenuto la presunta correlazione tra le malattie riscontrate e la presunta esposizione a sostanze nocive nell'ambiente lavorativo, i referenti dell’ex stabilimento tessile si sono difesi secondo la linea risultata efficace fino ad oggi. Ora toccherà al Gip del tribunale tirrenico decidere se portare avanti il procedimento o concludere questa lunga vicenda che perdura da anni.
L'avvio delle indagini nel 1999
Oltre un decennio di indagini e numerosi rinvii delle udienze ha caratterizzato la complessa vicenda giudiziaria, il percorso inizia nel 1999, quando la Procura della Repubblica di Paola avvia il primo filone d'indagine per comprendere gli eventi che si erano verificati in quella che all'epoca era considerata una delle principali zone industriali della regione.
Le denunce di alcuni dipendenti della Marlane rivelavano un quadro allarmante, con una serie di decessi legati alle pessime condizioni di lavoro all'interno dello stabilimento tessile. Questo filone rischiava di arenarsi nel mare della giustizia se non fosse stato per un nuovo impulso alle indagini dato dai vertici della Procura di Paola. Ciò ha portato all'apertura di due ulteriori filoni d'inchiesta, uno nel 2006 e l'altro l'anno successivo, che successivamente si sono fusi nell'indagine principale culminata nel processo a tredici imputati.
Quasi cento morti
Secondo quanto emerso dalle indagini, durante l'attività della Marlane si sarebbero ammalate circa 159 persone, tra dipendenti e familiari dei lavoratori dello stabilimento praiese. Novantaquattro di loro sarebbero poi deceduti nel corso degli anni a causa delle esalazioni tossiche respirate nella fabbrica tessile.
Le accuse nei confronti delle tredici persone coinvolte riguardano omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale. Nel 2017 è stata aperta una nuova inchiesta contro sette indagati, sempre con l'ipotesi che nell'ambito dell'attività della fabbrica, terminata nel 2004, si sia verificato qualcosa di anomalo causando malattie e decessi tra i dipendenti. Tuttavia, tutte queste accuse hanno trovato poco riscontro nei vari processi, rimanendo in gran parte senza conferma.
«Venga fuori la verità»
«Abbiamo parlato di duecento morti di cui nessuno parla ormai da anni - è stata la dichiarazione rilasciata all’uscita dell’udienza da parte dell’avvocato Antonio Zecca, componente del collegio patrocinatore delle parti civili - una cosa a dir poco sorprendente, perché è una piaga che è rimasta sul territorio insoddisfatta e in silenzio assoluto, nella disattenzione di tutti. Da questa prima udienza è emerso che la disattenzione permane, impera sovrana. È auspicabile un modificarsi di atteggiamenti e un evolversi di situazioni solo nel rispetto dei morti».
«Noi non ci fermeremo neanche a questa archiviazione - ha aggiunto la collega Luisa Giglio, anche lei tra i difensori di quanti non intendono far fermare il procedimento - andremo avanti affinché vengano presi in mano, veramente, e vengano studiati, veramente, gli atti nel fascicolo e venga fuori una verità che è stata seppellita e nascosta per troppo tempo. È vero, siamo in Calabria, come è stato detto anche in aula, ma non tutti i calabresi sono uguali, quindi noi andremo avanti finché non ci sarà data una risposta».
Nuova udienza a febbraio
Epilogo di una prolungata contesa che, sino a oggi, ha visto i dirigenti dell'azienda tessile non condannati in nessun grado di giudizio, il procedimento attualmente in corso avrà un nuovo capitolo il prossimo mercoledì 14 febbraio. Durante questa udienza saranno esaminati ulteriori elementi, tuttavia, il collegio difensivo degli imputati non manifesta particolari preoccupazioni riguardo a tali sviluppi.
«Ci sono state tre sentenze che ci hanno dato ragione - ha chiosato la legale degli imputati, Licia Polizio - in primo grado, secondo grado e anche la Cassazione. Ora siamo in quello che potremmo definire “Marlane bis”, un procedimento nel quale sono state riproposte doglianze, querele, contestazioni per le quali il pubblico ministero, cioè tutta la Procura, ha chiesto un incidente probatorio. Il gip ha nominato dei periti, un collegio peritale che ci ha nuovamente dato ragione e quindi la Procura ha fatto di nuovo richiesta di archiviazione. Oggi siamo qui in questa udienza, che è un'opposizione alla richiesta di archiviazione, quindi diciamo che il gip dovrà decidere se archiviare oppure no. Noi confidiamo che il gip ci dia ragione».