Dalla passione sociale e politica, all’impegno verso il prossimo: «Anche ricoverato continuavi a promuovere le iniziative Unicef»
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«Mi lasci un dolore straziante, ma anche composto: a prevalere è l'orgoglio di averti avuto come padre. Questo virus bastardo ha piegato il mondo intero e anche te, papà mio». Sono le parole, cariche di affetto, che Alfonso Samengo dedica al padre Francesco, scomparso questa sera all’ospedale Spallanzani di Roma.
Il presidente nazionale Unicef è morto nel nosocomio capitolino a causa del coronavirus.
A ricostruire i suoi ultimi giorni, il figlio, già capo redattore Rai Calabria e attualmente vice direttore Rai parlamento: «Fino a nove giorni fa, dal tuo letto dell'ospedale Spallanzani di Roma, hai continuato a lavorare per promuovere iniziative per l'Unicef, nonostante la tua incipiente polmonite. Poi - dice - ti sei aggravato e sei finito in terapia intensiva. Hai lottato come un leone, mi dicevano i medici. In tanti abbiamo sperato e pregato affinché potessi uscire da quel tunnel. Il buon Dio non ci ha ascoltato».
L’amore con la sua terra d’origine è stato un punto cardine nella vita di Francesco Samengo: «Hai tanto amato la Calabria. Instancabile la tua passione sociale e politica che hai coltivato fin da ragazzo, senza fermarti mai, anche quando la vita ti ha riservato colpi bassi e delusioni. Trascorrendo molto tempo vicino a te – aggiunge Alfonso - ho sempre apprezzato la tua tenacia e, ti confesso che non sono mai riuscito ad essere forte come te».
Insegnamenti indelebili, scolpiti per sempre: «Grazie papà, vivrai sempre nel cuore mio e in quello di Simonetta e di Sara. Per Francesco jr., poi, sei stato un nonno esemplare. Ciao pa'! Il Signore ti spalanchi la porta del Cielo».