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Aggiornamento 18-03 - L'autopsia conferma la ricostruzione dei Carabinieri, i primi a intervenire dopo il suicidio del giudice Giancarlo Giusti.
17-03, Disposta l'autopsia - E' il professore Pietroantonio Ricci il medico legale incaricato ad effettuare l'esame autoptico sul corpo del giudice Giancarlo Giusti, che è in corso al Policlinico universitario di Germaneto,nell'ambito dell'inchiesta aperta dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Fabiana Rapino, nella quale si ipotizza l'istigazione al suicidio. Un atto dovuto, sebbene gli inquirenti non abbiano dubbi sul fatto che si sia trattato di un suicidio, tentato già due volte in passato perché di essere additato come colui che indossava la toga al servizio della mafia non lo poteva più tollerare. Giusti è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione di Montepaone Lido domenica scorsa, dove aveva l'obbligo di dimora in seguito ad una condanna per corruzione aggravata. L'ex gip di Palmi soffriva di depressione, secondo quanto emerse già all'epoca del suo primo tentativo di suicidio, avvenuto nel carcere milanese di Opera, all'indomani della condanna a 4 anni di reclusione inflittagli nel settembre 2012 per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa, per presunti rapporti con la 'ndrangheta, contestatagli nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano sui Valle- Lampada che nel marzo precedente aveva portato all'arresto di Giusti e alla sospensione del magistrato da parte del Consiglio superiore della magistratura. Nel febbraio 2014, Giusti fu poi coinvolto in una nuova inchiesta, questa volta della Dda di Reggio Calabria, l'operazione Abbraccio in cui fu accusato di aver favorito il clan Bellocco. Secondo l'avvocato Geppo Femia ci sarebbe stato un accanimento giudiziario nei confronti di Giusti. «Si è ucciso per dimostrare la sua innocenza. A Giusti - ricorda il legale - di ritorno dalla Cassazione dissi: "tu puoi avere tutti i rapporti, anche che io non conosco, con Lampada; puoi avere concordato di fare tutto quello che ti pare per chissà quanti milioni, ma da queste carte tu per me sei assolutamente innocente. Non c'è una corrispondenza con quanto tu hai fatto, che certamente è censurabile dal punto di vista strettamente deontologico. Ma da qui ad arrivare al reato ne passa"».