Aveva tentato di togliersi la vita in passato già due volte, la terza gli è stata fatale, perché di essere additato come colui che indossava la toga al servizio della mafia era per lui un'onta che solo la morte poteva cancellare.
Trovato morto dalla sorella nella sua villa di Montepaone Giancarlo Giusti, coinvolto in una operazione della Dda contro il clan Bellocco, e condannato per corruzione aggravata. Aveva già tentato il suicidio.