Era nata a Vibo Valentia e risiedeva a Trieste con il marito Filippo Furlan anche lui poliziotto. «Sono entrata nel 1951 perché avevo bisogno di lavorare - disse in un'intervista -, ma poi mi sono innamorata di questo lavoro»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Morta Rosa Scafa, la prima donna poliziotto. La Polizia di Stato, sul suo sito descrivendo la sua «passione al servizio della comunità». «Ci ha lasciato a 98 anni una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia», si legge.
Di quella passione e del mettersi al servizio, Scafa parlò anche in un'intervista all'Adnkronos nel maggio del 2010 in occasione del 158mo anniversario della fondazione della Polizia: «Sono entrata nel 1951 perché avevo bisogno di lavorare, ma poi mi sono innamorata di questo lavoro - disse - negli anni c'è stata la possibilità di passare ai ruoli civili ed infine nel 1959 sono entrata come guardia e solo in seguito sono stata inquadrata come assistente di polizia». In quell'occasione lanciò anche un messaggio alle giovani donne poliziotto: «Lavorate prima di tutto con il cuore e dopo con la mente. Trovate la forza di risolvere tutti i problemi che vi si pongono davanti mettendoci grande impegno e cercando di non deludere mai chi vi ha chiesto aiuto: perché chi si rivolge alla polizia deve farlo con tranquillità e soprattutto con la certezza di essere aiutato. Non bisogna avvilirsi mai: è importante essere preparati agli schiaffi e andare avanti, quello del poliziotto, possiamo dire, che non è un mestiere come gli altri ma è una missione, serve soprattutto metterci il cuore».
Scafa era nata a Vibo Valentia e risiedeva a Trieste, sposata con Filippo Furlan, nato a Trieste, Maresciallo del disciolto Corpo delle Guardie di P.S., morto nel 1995. Con alle spalle 33 anni di servizio, Rosa Scafa nel 1951 frequenta il 3° Corso Polizia Civile, al termine del quale assume la qualifica di Guardia della Polizia Civile di Trieste e 1° gennaio 1952 viene assegnata alla “Squadra Buoncostume” della Polizia Civile di Trieste amministrata dal Governo Militare Alleato. Dopo alcuni mesi viene trasferita all’ufficio casellario (archivio) e poi all’ufficio Personale Civile ove presta servizio sino al ritorno di Trieste all’Italia (1954). Con il passaggio definitivo di Trieste all’Italia, la Polizia Civile viene disciolta ed il personale femminile, tra cui Rosa Scafa, viene smistato in vari uffici in attesa di sistemazione e nel frattempo, viene assegnata alla Biblioteca dell’Università e poi all’ “Ufficio del bilancio e servizi contabili” del Commissariato di Governo. Nel 1960 viene inviata a Roma (EUR), ove partecipa all’organizzazione dei corsi di formazione per la Polizia Femminile.
Nel 1961 frequenta il corso per Assistenti Polizia Femminile al termine del quale viene inquadrata con la qualifica di “Assistente di Polizia di III^ classe” e al termine del corso viene assegnata alla Questura di Milano ove vi rimarrà dal 25 gennaio 1962 al 11 febbraio 1963, presso l’Ufficio Minori per essere poi trasferita alla Questura di Trieste ed assegnata all’Ufficio Minori e, successivamente, all’Ufficio Assistenza Sociale dove ha prestato servizio sino alla pensione nel 1985, conseguendo vari qualifiche Assistente di Polizia di II^ classe, Assistente di Polizia di I^ classe, Assistente principale di Polizia, per merito comparativo, quella di Assistente Capo di Polizia. Nel 1982, viene inquadrata nella qualifica di Ispettore Capo del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato.