Secondo le indagini, le cosche della locride controllavano tutto, dalla politica, agli appalti, passando per le attività commerciali
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Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, ha chiesto oltre 350 anni di carcere nell’ambito del processo denominato "Morsa sugli appalti", condotto contro le cosche della Locride.
Secondo le ricostruzioni le cosche controllavano tutto, dalla politica, agli appalti, passando per le attività commerciali, e il racket delle estorsioni. Del resto, notoriamente i Commisso di Siderno rappresentano una delle famiglie storiche della 'ndrangheta. Quelle dell'elite del "Crimine".
Le indagini avrebbero permesso di tracciare un quadro dettagliato riguardo al capillare controllo mafioso esercitato dalle principali 'ndrine operanti nel versante dell'alto Jonico Reggino, con ramificazioni nel Nord Italia e perfino in Canada, finalizzato al monopolio delle più redditizie attività economiche, all'ingerenza nella vita politica locale ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti, emerse una serie di vicende che dimostrano con evidenza la fortissima pressione esercitata dall'organizzazione sull'economia legale ed i meccanismi sottesi alle attività estorsive ricollegabili all'esecuzione dei lavori ed alle attività attraverso le quali si realizza l'ingerenza del sodalizio nel settore dei pubblici appalti.
Fondamentali le dichiarazioni rilasciate da collaboratori di Giustizia, fra cui Giuseppe Costa (soggetto di vertice dell'omonima cosca), Antonio Cossidente (l'uomo è stato uno dei capi del gruppo "Basilischi" operante a Potenza ed altrove ed ha reso dichiarazioni sulla famiglia Ursino) Domenico Oppedisano (legato da parentela con la famiglia Cordì di Locri), Rocco Varacalli (persona le cui dichiarazioni sono state valutate positivamente dal Gip di Torino nell'ambito dell'indagine "Minotauro") e Rocco Marando (già esponente dell'omonima 'ndrina e del locale di Volpiano in Piemonte). Nel processo, inoltre, sono confluite le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Salvatore Aiello.
Le richieste formulate dal pm De Bernardo:
Salvatore Aquino 20 anni Domenico Archinà 10 anni Rocco Carlo Archinà 15 anni Giuseppe Archinà 9 anni Leonardo Capogreco 3 anni Vincenzo Cataldo 12 anni Giuseppe Cherubino 4 anni Antonio Coluccio 16 anni Antonio Commisso 6 anni Giuseppe Commisso 21 anni Domenico Costera 6 anni Vincenzo D'Agostino 6 anni Cosimo Correale 14 anni Silvestro D'Agui 9 anni Francesco Ferraro 14 anni Antonio Figliomeni 10 anni Antonio Filippone 6 anni Antonio Futia 10 anni Vincenzo Futia 9 anni Ilario Iacopetta 9 anni Mario Giorgio Iacopetta 6 anni Antonio Pietro Ietto 8 anni Antonio Macrì 8 anni Marco Macrì 12 anni Salvatore Macrì 10 anni Saverio Maisano 9 anni Domenico Papandrea 9 anni Daniele Raso 6 anni Domenico Richichi 12 anni Antonio Salerno 9 anni Francesco Strati 8 anni Stanaway Anthony 8 anni Vincenzo Strati 8 anni Marco Tassone 6 anni Daniele Cosimo Tassone 6 anni Vincenzo Tavernese 12 anni Roberto Verbeni 8 anni.