L’esecutivo guidato da Giuseppe Regina ha deliberato con somma urgenza di inviare un dipendente per consentire il funzionamento dello sportello Cup. «Ma così non si può andare avanti»
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Basta che un dipendente dell'Asp vada in pensione per bloccare un servizio essenziale come l'ufficio ticket. Accade nell'Asp di Cosenza ed in particolare a Mormanno, comune dell'entroterra del Pollino, dove la quiescenza del personale ha messo in tilt il funzionamento dello sportello Cup presso l'ospedale Minervini.
È per questo che il Sindaco, Giuseppe Regina, ha radunato d'urgenza la sua squadra di governo per deliberare l'invio di personale del Comune in sostituzione del posto vacante nella struttura ospedaliera pur di garantire ai cittadini l'erogazione delle prenotazioni e delle conseguenti prestazioni sanitarie. Ma l'occasione è stata subito il prestesto per rilanciare il tema della riorganizzazione delle rete periferica bisognosa di interventi urgenti che ripensino «in chiave strategica ed operativa tutto il sistema di assistenza sanitaria degli ospedali territoriali».
A denunciare quanto accadeva nel presidio ospedaliero comunale era stato in mattinata il consigliere comunale di opposizione, Gianluca Grisolia, che dalla sua pagina Fb aveva evidenziato che l'ufficio ticket era chiuso «senza alcun preavviso con relativi disservizi per tutta l'utenza del territorio». La notizia che il personale in servizio sarebbe andato in pensione era da «tempo» - scrive Grisolia - a conoscenza della «direzione sanitaria della medicina del territorio e dunque si sarebbe dovuto pensare per tempo ad ovviare al problema». Ma così evidentemente non è stato.
La scelta di inviare un dipendente comunale per sopperire alle mancanze dell'Asp è uno "straordinario" al quale il primo cittadino di Mormanno non intende abituare la dirigenza sanitaria provinciale tanto da chiedere che «al più presto» il servizio ticket «venga ripristinato» nelle modalità ordinarie, uscendo dalla fase di stallo nella quale ci si trova da alcuni giorni per la quiescenza di un dipendente che prima svolgeva i compiti di accettazione e gestione del Cup.
«Riorganizzare i servizi territoriali e garantire le prestazioni sanitarie a tutti i livelli, da quelli centrali alle zone più periferiche, è un diritto che non deve essere chiesto con le tirate di giacca ma vanno garantiti in un paese che vuole definirsi democratico e rispondente ai bisogni delle comunità che è chiamato ad amministrare».