Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Nessun uomo in divisa, ma tanta gente e un applauso finale al funerale di Giovanni Aiello, l'ex poliziotto la cui figura è stata a lungo al centro di inchieste sulla stagione stragista di cosa nostra e 'ndrangheta.
Le esequie si sono svolte a Montauro, dove il 71ennne viveva e ha trovato la morte lunedì scorso. Nella chiesa di San Pantaleone probabilmente tanti sono stati gli ex colleghi, tutti in borghese, arrivati da Palermo per stare al fianco della moglie Ivana e della figlia Mariateresa, e con loro molti montauresi che hanno gremito la chiesa. A prendere la parola sul sagrato uno degli avvocati di Aiello, Eugenio Battaglia. Il legale ha parlato a nome di un gruppo di amici di infanzia dell'uomo conosciuto col soprannome di "faccia da mostro", per via di una ferita al volto rimediata nel corso di un conflitto a fuoco.
Il feretro dell'uomo il cui nome era finito di recente al centro di una inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria, ultima di una lunga serie da cui era comunque uscito con assoluzioni e archiviazioni, ha poi proseguito verso il cimitero di Montauro dove rimarrà fino a quando, completati gli esami tossicologici inerenti all'autopsia disposta dopo la morte, il corpo verrà cremato. Questa l'ultima volontà dell'ex poliziotto che, considerato in passato vicino ai servizi segreti, e agli ambienti di riferimento di Bruno Contrada, è morto sulla spiaggia - dopo un'uscita in barca - probabilmente per un attacco cardiaco.