La presidente dell’associazione “Mare Pulito Bruno Giordano” e conduttrice del format LaC Blu Calabria, lancia un messaggio ben preciso alle istituzioni e anche alle forze dell’ordine, chiedendo maggiori controlli e pene esemplari per chi commette reati ambientali (ASCOLTA L'AUDIO)
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Cambiano le stagioni, ma il mare calabrese rimane sempre un problema. Nonostante le azioni messe in campo dalla Regione, attraverso maggiori controlli e assunzioni di responsabilità volte a sollecitare i comuni a lavorare meglio sul fronte della depurazione delle acque, la situazione non è affatto migliorata. Anzi, è decisamente peggiorata. Il nostro network, nell’ultimo anno, è sceso in campo realizzando il format, “Blu Calabria”, che ha dato la possibilità ai tanti calabresi e non di ammirare le bellezze naturalistiche della nostra regione, scoprendo i parchi marini che tutti ci invidiano. Un viaggio lungo gli 800 chilometri di costa – dal Tirreno allo Jonio – condotto dalla presidente dell’associazione “Mare Pulito Bruno Giordano”, Francesca Mirabelli. Una donna che ama il mare, al punto di fare battaglie coraggiose contro chi devasta i nostri splendidi territori. La nostra intervista parte da qui.
Siamo nel pieno dell’estate 2023, ma anche quest’anno la Calabria è alle prese con incendi e mare sporco. Si può parlare di “terra maledetta”?
Più che di “terra maledetta” parlerei di terra sfruttata da chi vive e lavora in Calabria. Bisogna fare molto di più, per un anno abbiamo parlato di bellezze con “Blu Calabria”, ma a distanza di mesi continuiamo ad evidenziare l’incuria e l’inciviltà di chi non ha un minimo di rispetto per il mare e per la montagna. Siamo giunti a un punto di non ritorno. Ogni giorno vengono commessi gravissimi reati ambientali, il mare viene perennemente massacrato, la depurazione non funziona e ritengo che le forze dell’ordine debbano applicare pene più severe visto che chi viola le norme causa un grosso problema alla nostra salute. Mi aspetto molto di più anche da Arpacal. Oggi l’uomo sta devastando tutto quello che abbiamo.
Il mare è sempre al centro di polemiche. Perché?
La verità è che gli interventi messi in campo dalla Regione non hanno funzionato. Vorrei ricordare che la Calabria è fatta da comuni, da uomini che gestiscono i depuratori ed evidentemente i processi non sono stati governati nel migliore dei modi. Tutte le problematiche che avevamo gli anni precedenti, ce le ritroviamo puntualmente anche oggi, significa che nulla è stato risolto. Si può dire che le istituzioni hanno cercato di fare qualcosa ma la strada seguita non ha portato i risultati sperati. Noi, però, pretendiamo una risposta. Parecchi depuratori sequestrati in passato sversano ancora in mare e gli scarichi abusivi non sono stati messi a norma.
Chi paga le conseguenze di tutto ciò è il settore turistico. Che motivo ha un cittadino di Milano a tornare l’anno prossimo nella nostra regione, se su quindici giorni di vacanza solo poche volte è riuscito a tuffarsi in un mare pulito.
Vivo in Calabria ma devo ammettere che ad oggi non sono riuscita a fare un bagno. Se fossi residente altrove, non verrei più qui vista la situazione dei nostri mari, nonostante le bellezze stratosferiche che ci sono. Anzi, sa cosa farei? Non farei entrare nessuno per qualche anno, così vediamo se le cose si mettono a posto. Aggiungo che pure le strutture ricettive devono darsi una regolata. Sappiamo tutti come funziona e perciò ribadisco che il settore del turismo deve riflettere e agire nella maniera più corretta possibile.
Le segnalazioni arrivano spesso dalla costa tirrenica, questo significa che sul versante jonico ci sono maggiori controlli?
È una questione di correnti purtroppo. Quelle presenti sul Tirreno spingono più a riva, sulla Jonica invece spingono più a largo, perciò le chiazze marroni non sono visibili ai bagnanti. Ma le strisce ci sono ovunque. Di recente, nella zona di Soverato, sono stati individuati scarichi abusivi, questo per dire che la costa Jonica non è messa meglio di quella Tirrenica. Non si deve sottovalutare neanche il discorso di chi sversa con l’autospurgo nei torrenti, sto cercando di far capire che la tutela del mare deve partire dall’interno. Il fiume Crati porta a mare, cosa c’è dentro? Questo può essere fatto solo grazie a controlli efficaci e pene esemplari. Ne va della salute dei nostri figli.
La Regione ha altre responsabilità?
Certo che sì. Deve innanzitutto mettere persone competenti a gestire il settore dell’ambiente. Nell’ultimo anno com’è noto abbiamo istituito una task force tra regione, procure, associazioni e forze dell’ordine, per salvaguardare il nostro mare, ma questo non è servito a risolvere i problemi. Devo dare ragione a chi dice che la Calabria è un territorio complicato.
Come associazione farete qualcosa a stretto giro?
Ho deciso di organizzare una tavola rotonda. Pochi giorni fa ho inviato una Pec alla Regione che mi auguro partecipi all’incontro al pari delle forze dell’ordine e di tutti gli attori che hanno un ruolo nella tutela dell’ambiente. Il nostro obiettivo è quello di capire come recuperare il nostro mare e dare la possibilità a chi sceglie la nostra regione di godersi la natura che lo circonda, perché se proseguiamo in questa direzione l’anno prossimo la Calabria non avrà più turisti.