La notizia della loro cattura è giunta insieme ad una richiesta di riscatto secondo le leggi della barbarie che regolamentano il traffico di essere umani. Nei famigerati centri di detenzione libici da qualche giorno sono rinchiuse anche le mogli di due giovani camerunensi ospiti ad Acquaformosa di uno dei progetti del Sistema di Accoglienza e Integrazione dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo.

Con le due donne anche le loro bimbe, una di un anno e mezzo, l’altra di appena due mesi, ed una cognata a sua volta incinta. Tutte, dopo un lungo viaggio attraverso il deserto, speravano di poter congiungersi con i rispettivi mariti per iniziare in Calabria una nuova vita.

Appello ad Elly Schlein

Il fatto viene sollevato una settimana dopo il caso Almasri. Inviata una richiesta di aiuto a Elly Schlein. «Sono Giovanni Manoccio, presidente dell'associazione Don Vincenzo Matrangolo di Acquaformosa – si legge nella missiva - Da 15 anni operiamo nel campo dell'accoglienza con i progetti SAI. Mi rivolgo a lei, sapendo di trovare una interlocutrice attenta ai diritti dei più deboli, come lo sono tutte le persone che accogliamo, che fuggono dalla fame, dalle guerre, dalle torture, e che solo per miracolo riescono ad arrivare in Italia e in Europa, in una roulette russa che non fa sconti».

Il racconto dell’orrore

Poi il racconto della vicenda: «Da novembre abbiamo in accoglienza due nuclei monoparentali provenienti dal Camerum, un padre con una bimba di 4 anni e un altro padre con un bimbo di 2 anni. Nei giorni scorsi si sono rivolti all'assistente sociale e alla psicologa del nostro progetto di accoglienza, per informare che entrambe le loro mogli, e le loro rispettive due figlie, sono state prelevate dalle milizie libiche e portate in una delle carceri libiche».

Il caso è stato segnalato a diverse organizzazioni umanitarie. «Ai due giovani mariti, impotenti rispetto agli eventi, stiamo garantendo il massimo supporto possibile, ma abbiamo dovuto informarli che la soluzione non è semplice – continua Manoccio - Di questo ne sono consapevoli, dato che loro stessi sono stati sottoposti a torture durante il periodo trascorso in Libia, prima di giungere in Italia».

Azione umanitaria

Poi la stoccata al Governo: «Se è riuscito a trovare una soluzione per il generale libico Almasri, noi lanciamo un appello affinché si adoperi per fare arrivare in Italia le due mamme e le loro due figlie, salvandole dall'inferno della Libia. Non accettiamo di rimanere impotenti davanti al dolore, devastante, di due mariti. Non accettiamo di rimanere impotenti davanti a due bambini che hanno il diritto di poter riabbracciare le loro mamme. Ci sono dei confini tra una società civile e una società dell’orrore. In questo momento sta prevalendo la società dell’orrore. Spero invece che questa vicenda faccia maturare in tutti noi il senso della società civile, dei diritti, della protezione dei più deboli».

L'Associazione Don Vincenzo Matrangolo, titolare di alcuni progetti di accoglienza di migranti, ha resa nota la cattura da parte delle milizie libiche di due donne con due figli in tenerissima età i cui mariti sono ospiti del piccolo centro arbereshe di Acquaformosa. Lanciato un appello per la loro liberazione.