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Catanzaro, Lunedì 7 Dicembre 2015 - La ricostruzione giornalistica riportata ieri (domenica 6 dicembre) a pagina 8 de Il Fatto Quotidiano, relativa alla missione imprenditoriale in Cina promossa dalla Regione Calabria ed attuata da Fincalabra Spa, svoltasi dal 31 ottobre al 4 novembre scorsi, presenta una lettura volutamente ed artificiosamente parziale, riduttiva, distorta e capovolta di quanto effettivamente svoltosi; dimostrando che non si sono tenuti in alcuna considerazione né l’assoluta regolarità e trasparenza di atti, documenti e procedure sottese e seguite per quell’iniziativa istituzionale; né è stato raccolto il parere della totalità delle aziende effettivamente partecipanti, quest’ultimo già per altro manifestato pubblicamente in una lettera aperta al Presidente della Giunta Regionale Mario OLIVERIO, sottoscritta da tutte e 22 le aziende al loro rientro dalla missione a Pechino (e che si allega al presente diritto di replica).
Nel merito delle illazioni, delle falsità e della complessiva disinformazione con la quale è stata costruita ad arte la presunta inchiesta de Il Fatto Quotidiano, a firma Enrico Ferro e Lucio Musolino, si precisa quanto segue:
1. la missione imprenditoriale Calabria in Cina nasce da una partnership strategica tra Regione Calabria e ICE/Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Ufficio di Pechino (che opera quale coordinamento della Rete Ice in Cina), avviata sin nel mese di febbraio del 2015 e proseguita con incontri ad hoc (luglio 2015), presso la Regione Calabria, tra il Direttore Generale dell’Ice Pechino Antonino LASPINA con il Governatore Mario OLIVERIO, l’assessore al ramo ed il direttore generale; con un obiettivo dichiarato: creare sinergie per la promozione dei prodotti enogastronomici, dell’artigianato e del turismo;
2. è in base a questa partnership che il 24 luglio 2015 la Regione Calabria, con propria nota, chiede a Fincalabra Spa di identificare opportune strategie tra il Progetto Cina ed il Progetto Intrapresa; il 10 settembre, con propria nota, Fincalabra comunica i tratti salienti e distintivi della Missione in Cina in termini di attività e tipologie di costi per la successiva presa d’atto e autorizzazione del Dipartimento regionale competente; il 17 dello stesso mese, la Regione Calabria, con propria nota, autorizza la realizzazione della missione commerciale e Fincalabra procede, quindi, correttamente a dare attuazione operativa alle scelte strategiche del Socio Unico Regione Calabria; appaiono pertanto strane e forzate talune prese di distanza da un’iniziativa che era a tutti gli effetti istituzionale, conosciuta, programmata ed autorizzata dalla Regione Calabria;
3. il Progetto Intrapresa citato più volte nell’articolo de Il Fatto Quotidiano è alimentato da fonti finanziarie regionali che non hanno limiti temporali di spesa; non si tratta, quindi, di un pacchetto di finanziamenti europei che la Regione Calabra deve assolutamente spendere; l’obiettivo di Intrapresa non è la missione in Cina ma, così come è facilmente riscontrabile sul sito istituzionale di Fincalabra, l’innalzamento del livello di competitività del Sistema Regione;
4. tutta l’attività relativa al coinvolgimento ed alla selezione in loco di buyers, importatori, responsabili GDO, ristoratori, stampa, location, inviti e calendario attività è stato curato dall’ICE; ed è sempre stato l’ICE che ha fissato le date delle manifestazioni in Cina; è facilmente riscontrabile negli atti, che il programma definitivo è stato chiuso il 30 settembre 2015 e la partenza delle aziende calabresi fissata il 30 ottobre;
5. ricevuta l’autorizzazione da parte della Regione Calabria e sulla base del timing dettato dall’ICE, Fincalabra ha proceduto, il 1 ottobre scorso, a pubblicare la manifestazione d’interesse, finalizzata alla selezione delle aziende agroalimentari e dell’artigianato artistico, da inserire nella missione commerciale; il 20 ottobre, sono state selezionate 24 imprese contro le 15 previste; le imprese selezionate non son state formalmente chiamate e/o invitate ma esse hanno soltanto compilato il modulo di adesione; sembra semmai strano che grandi aziende, come quelle citate nell’articolo de Il Fatto Quotidiano, non abbiano personale incaricato di individuare bandi e programmi di interesse;
6. in pari tempo, Fincalabra ha pubblicato l’invito per l’affidamento di servizi di organizzazione, supporto logistico, comunicazione ed informazione per la promozione di imprese calabresi nei mercati extraregionali; visto il brevissimo lasso di tempo tra la definizione del programma (30 settembre) e la partenza (30 ottobre), si è proceduto mediante la prevista procedura di cottimo fiduciario ma aperta a chiunque avesse voluto partecipare, tramite la pubblicazione della lettera di invito sul proprio sito istituzionale; per essere ancora più chiari: Fincalabra ha proceduto all’invito delle società iscritte nel proprio albo fornitori, lasciando però aperta la possibilità di partecipazione a chiunque ne avesse volontà e requisiti, anche al di fuori dell’albo; tanto è vero che le società partecipanti sono state due: una invitata e l’altra mediante lettera di invito pubblicata sul bando; non si capisce, quindi, in base a quale titolo Fincalabra avrebbe dovuto invitare ad hoc l’editore (non iscritto all’albo fornitori) citato nell’articolo de Il Fatto Quotidiano; l’aggiudicazione, infine, è avvenuta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
7. lo scorso 30 novembre, proprio per non disperdere quanto già fatto ed in continuità con il programma Calabria in Cina e con le stesse richieste degli imprenditori partecipanti, Fincalabra ha organizzato un workshop a Camigliatello Silano, rivolto a tutte le aziende interessate a processi di internazionalizzazione, incluse le imprese partecipanti alla Missione a Pechino; in quella occasione, nella quale le aziende partecipanti hanno ribadito il loro giudizio positivo su metodi e contenuti dell’esperienza da poco avviata, ci si è confrontati proficuamente sugli strumenti finanziari a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione, analizzando il benchmark delle diverse soluzioni adottate a livello nazionale e regionale;
8. in merito ai risultati di questa prima missione a Pechino, pur essendo fin troppo evidente che essi debbano essere costruiti nel medio e nel lungo termine, rispetto ad un mercato importante, complesso, vasto e lontano come quello cinese, se vi fosse stata una reale esigenza di indagine giornalistica su quanto effettivamente svoltosi nelle intense giornate di incontri della riuscita missione imprenditoriale calabrese a Pechino, non vi sarebbe stata alcuna difficoltà sia nel prendere atto che la quasi totalità della merce spedita dall’Italia (non obbligatoria per le finalità e le modalità non fieristiche dell’iniziativa) non ha avuto problemi alla dogana cinese, essendo arrivata ed esposta a Pechino; sia nel verificare che diverse aziende partecipanti hanno addirittura raggiunto dei primi accordi commerciali e che, nella scorsa settimana, uno degli importatori cinesi incontrati a Pechino ha fatto visita in Calabria ad alcune aziende partecipanti alla Missione.