Nei comuni di San Pietro di Caridà e Dinami, i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di Luciano Franzese, di anni 26, di  San Pietro di Caridà, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, Rocco Franzese, di anni 29, di San Pietro di Caridà, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, Raffaele Schinello, di anni 32, di Dinami, Francesco Cavallaro, di anni 22, di Dinami, questi ultimi entrambi sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Tutti sono ritenuti responsabili a vario titolo del reato di concorso in detenzione finalizzata allo spaccio ed in cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana.

Le indagini

L’odierno provvedimento cautelare giunge all’esito di una mirata attività d’indagine condotta, dalla stazione Carabinieri di Serrata (RC), sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Palmi, nel corso della quale è stato possibile documentare ed accertare, mediante servizi di osservazione e pedinamento, con il supporto di attività tecnica, numerose cessioni di marijuana da parte degli odierni indagati nei confronti di giovani del luogo.


Le indagini prendevano avvio alla fine del mese di luglio 2017 quando la madre di un ragazzo di San Pietro di Caridà si presentava dai militari per denunciare una grave situazione di disagio riferita allo stato di salute del proprio figlio il quale, ormai da oltre tre anni, era divenuto assuntore di marijuana, con effetti piuttosto evidenti sui suoi comportamenti. Il giovane aveva più volte minacciato, e talvolta anche aggredito violentemente, i propri familiari allo scopo di impossessarsi di alcuni beni, quali monili in oro ed anelli, che avrebbe successivamente venduto per pagare i debiti contratti con gli odierni indagati, suoi spacciatori per l’acquisto della droga.
Avvalendosi anche di un’intensa attività tecnica, i carabinieri riuscivano a ricostruire la rete di spacciatori.

 

Contestualmente i militari sono riusciti a porre fine all’escalation di comportamenti violenti commessi dal giovane assuntore a carico del quale, il 19 marzo, è stata data esecuzione ad una misura di sicurezza detentiva, con collocamento in una comunità terapeutica riabilitativa, perché ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesioni aggravate.


I destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari, al termine degli adempimenti di rito, sono stati tradotti nelle rispettive abitazioni e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.in attesa dell’interrogatorio di garanzia.