«Omo e merda« o «Che c... ti guardi?». Con queste frasi ingiuriose e provocatorie tre venditori ambulanti, che stazionavano dinnanzi all'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, apostrofavano l'ex assessore all'Ambiente di Catanzaro, Giampaolo Mungo. Tutti e tre risultano adesso indagati per atti persecutori poichè avrebbero seguito l'ex amministratore comunale finanche all'interno del supermercato mentre era intento a fare la spesa minacciandolo esplicitamente, anche in un'altra occasione, attraverso un altro soggetto e invitandolo a "farsi i fatti suoi" perchè si stavano preparando atti intimidatori nei suoi confronti. E infatti l'escalation vede il suo culmine la notte del 15 dicembre del 2017, quando l'autovettura dell'ex assessore fu data alle fiamme dinnanzi la sua abitazione. Secondo quanto emerso dall'attività di indagine condotta dal nuclo operativo e radiomobile della compagnia dei carabinieri le minacce e le provocazioni sarebbero scaturite a causa dell'adozione di alcuni provvedimenti connessi con la gestione delle aree di sosta degli ambulanti. 

 

I tre indagati - Antonio Critelli 55 anni, Salvatore Critelli 31 anni e Vittorio Nicoletta 38 anni - avrebbero anche successivamente continuato a perseguitare l'amministratore minacciandolo: «Hai ma' i dassi stara a chissi. Ritira sta denuncia ca' t'accattamu a machina nova e s'imbisca tuttu». In tal modo scrivono gli inquirenti i tre indagati compivano atti diretti a costrinferlo a ritirare la denuncia sporta a seguito dell'incendio doloso. 

 

«Molti passaggi della ricostruzione della presunta persona offesa non convincono, ed è anche per tali ragioni che il Gip ha respinto dapprima la richiesta di custodia cautelare carceraria e successivamente quella domiciliare. A carico dei miei assistiti residua pertanto un mero obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Confidiamo che la verità venga accertata nel più breve tempo possibile» - scrive in una nota l'avvocato Antonio Lomonaco, difensore dei tre indagati che il 5 dicembre dovranno comparire dinnanzi al giudice dell'udienza preliminare.

 

Luana Costa