In Calabria, gli atti intimidatori verso sindaci e amministratori pubblici rappresentano un fenomeno in costante crescita. Minacce, atti vandalici e pressioni personali non sono episodi isolati, ma testimoniano una realtà preoccupante che ostacola il lavoro di chi è chiamato a rappresentare le comunità locali. Un contesto difficile che coinvolge diversi territori, come dimostrano i recenti casi a Cassano, Corigliano Rossano e in altri comuni della Sibaritide.
A farne le spese è anche Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, sotto vigilanza personale dopo episodi intimidatori subiti nei mesi scorsi. Durante la presentazione della mostra dedicata a Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla mafia e simbolo di integrità, da noi intervistato, Stasi ha espresso la propria gratitudine verso le istituzioni.
«Non posso che essere grato a chi si impegna quotidianamente per la mia sicurezza e quella di chi ha il diritto e il dovere di svolgere il proprio ruolo, libero da condizionamenti»
ha dichiarato, sottolineando come il supporto istituzionale sia indispensabile in un contesto tanto difficile. Stasi, tuttavia, ha voluto ampliare la riflessione: «Non è solo una questione personale. È fondamentale che si lavori per la sicurezza di tutti, guardando al quadro complessivo in cui ci troviamo».
Il sindaco ha richiamato l'attenzione su una problematica che non riguarda solo i singoli individui, ma l’intero sistema democratico, messo a rischio da pressioni che mirano a indebolire il funzionamento delle istituzioni locali.

Gli atti intimidatori verso si occupa della gestione pubblica sono in aumento e mettono a rischio la loro sicurezza. Anche il sindaco  Flavio Stasi, da tempo e sotto vigilanza dopo minacce ricevute nei mesi scorsi

L’escalation nella Sibaritide

Gli episodi registrati nella Sibaritide confermano quanto i sindaci siano spesso bersagli di minacce e atti intimidatori. A Cassano, per esempio, diversi amministratori hanno ricevuto pesanti pressioni per le loro scelte politiche. In altri comuni della zona, episodi di danneggiamento e intimidazione hanno colpito non solo i primi cittadini, ma anche assessori e consiglieri comunali. La Sibaritide si configura, quindi, come uno dei territori più esposti a fenomeni di criminalità che cercano di condizionare le scelte amministrative, ostacolando lo sviluppo e il benessere della collettività.
«La trincea delle istituzioni sui territori sono i sindaci» ha ribadito Stasi, evidenziando il carico emotivo e operativo che accompagna questo ruolo. «Chi sceglie di amministrare sa bene a cosa va incontro: minacce, ostacoli quotidiani e un lavoro immerso nelle contraddizioni della società». Secondo il sindaco, il compito degli amministratori locali è tanto complesso quanto fondamentale. Sono loro, infatti, i rappresentanti più vicini ai cittadini, coloro che ascoltano le esigenze quotidiane e si confrontano con problematiche dirette, spesso senza strumenti adeguati per affrontarle.

Un fenomeno nazionale

Le difficoltà vissute dai sindaci della Sibaritide riflettono una situazione più ampia. In tutta Italia, i rappresentanti locali sono sempre più esposti ad attacchi, con episodi di violenza e intimidazioni in aumento. Secondo recenti dati dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ogni anno si registrano centinaia di atti intimidatori contro amministratori pubblici, con un’incidenza maggiore nelle regioni meridionali. Questa tendenza è legata non solo alla presenza di organizzazioni criminali, ma anche a un clima sociale e politico sempre più teso. Il risultato è una maggiore vulnerabilità per coloro che scelgono di ricoprire ruoli di responsabilità nelle istituzioni locali.