Mano pesante con le Ong che operano nel mediterraneo, occhi chiusi invece per i trafficanti che battono la rotta turca e che hanno fatto sbarcare sulla costa ionica italiana quasi 4mila migranti dall’inizio del 2018. Sono dati sconcertanti quelle che emergono dalle inchieste sulla nuova rotta che dalla Turchia di Erdogan porta direttamente alla Calabria. Sono centinaia gli immigrati curdi, iraniani, siriani afghani e pakistani che da mesi giungono sulle coste della nostra regione senza soluzione di continuità. L’ultimo sbarco è avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi a Crotone, 58 pakistani stipati su un veliero intercettato dalla Guardia di finanza a largo di Capocolonna.

Continuano gli sbarchi fantasma 

Si tratta del settimo sbarco avvenuto sulla ionica dall’inizio di settembre, il 62esimo nell’ultimo anno e mezzo fra Calabria e Puglia per un totale di 3.582 immigrati. Un numero elevato, se raffrontato ai 947 salvati dalle Ong nel canale di Sicilia e sui quali si è concentrata la propaganda dei porti chiusi dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Le indagini avrebbero accertato una costante: tutti gli sbarchi sulle coste ioniche hanno come porti di partenza la Turchia e come scafisti soprattutto ucraini ingaggiati attraverso degli annunci su giornali. L’Unione europea paga 6 miliardi di euro al paese di Erdogan per bloccare l’immigrazione clandestina: nessuno però chiede conto al sultano di Ankara di questa “falla” nel sistema di controllo. I riflettori sulla rotta turca rimangono inesorabilmente spenti.

 

 

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