Minori soli anche nell’area dei maggiorenni, chiusi nel Cara di Crotone senza poter uscire, da tanto, troppo tempo. Carla Garlatti, Autorità garante dell’infanzia e adolescenza, visita le strutture e rileva non poche criticità. Anche in Calabria. «Io stessa – spiega a La Stampa – ho verificato la presenza di ragazzi che erano nella struttura da cinque, anche sette mesi. Sono lì da troppo tempo, sentono l’angoscia di non sapere dove andranno, non hanno un tutore né il permesso di soggiorno. Si verifica una situazione di precarietà di futuro». Emergono, nelle parole della legale, le criticità del nuovo decreto del governo Meloni. «I minori non devono stare con gli adulti – dice Garlatti – perché hanno bisogni differenti e perché possono apprendere dagli adulti un modus operandi sbagliato». I posti nelle strutture di seconda accoglienza sono pochi, «ma la mia preoccupazione resta. I minori vanno tutelati sempre, a questo non si può derogare».

Mustafa libero dopo cinque mesi nel Cara

Le storie entrano nel vivo delle ferite aperte nel sistema dell’accoglienza. C’è quella di Mustafa (nome di fantasia) che si è chiesto per mesi «perché non posso uscire? Perché mi trattengono se non ho fatto niente?». Partito dal Burkina Faso, è finito – dopo un lungo peregrinare – nel Cara di Isola Capo Rizzuto. Con lui altri ragazzini ospitati nell’area “switch”, container e tensostrutture con stanze anche di sei persone. Un badge giallo per i minori e zero permessi per spostarsi, almeno fino all’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ne ha disposto l’accoglienza in un centro per minori non accompagnati, come previsto dalla legge, dopo il ricorso delle avvocate Lidia Vicchio, Giulia Crescini e Federica Rimiddi. Vicchio spiega a La Stampa che «le condizioni di trasferimento sono state considerate subito inadeguate e degradanti».

La Cedu ha chiarito che l’Italia è sotto osservazione per il trattamento che riserva ai minori. Per Mustafa è finita bene: il 6 dicembre, dopo cinque mesi nel Cara, è stato trasferito in un centro ex Sprar a Lamezia Terme ma i problemi al Cara restano. Li racconta ancora l’avvocata Vicchio: «Nella struttura ci sono 109 minori non accompagnati su un totale di 716 migranti accolti. La situazione negli ultimi mesi è leggermente migliorata. I minori sono stati spostati in un’altra area, forse in previsione della nuova legge. Ma il problema principale è che non devono stare neanche lì». L’ospitalità migliora ma agli osservatori pare che a Isola Capo Rizzuto si stiano facendo le prove generali per l’applicazione del nuovo decreto che modifica le norme per l’accoglienza dei minori stranieri. E prevede fino a 5 mesi di accoglienza nei centri per adulti se il minore ha compiuto 16 anni.

Il parlamentare di Alleanza sinistra e Verdi, Franco Mari, ha visitato la struttura e pone la questione sotto l’aspetto politico. «Dopo la visita non posso che rinnovare la mia preoccupazione: si allarga la possibilità di trattenere illegittimamente i minori in condizione di promiscuità con gli adulti. A questo si aggiunge il mancato finanziamento ai comuni per i centri dedicati. Non ci cerca la soluzione a un problema ma solo di non vederlo».