Ingresso della tendopoli di San Ferdinando presidiato dalle forze dell’ordine questa mattina. Impossibile varcare la soglia nonostante molti dei migranti chiedano con insistenza ai giornalisti di entrare per «mostrare loro le condizioni in cui sono costretti a vivere». Così la mente non può non tornare ai fatti del 2010 quando i migranti scesero in piazza per protestare contro il ferimento di un loro connazionale. Anche oggi è alta la tensione dopo il grave fatto di sangue che si è consumato nella tarda serata di sabato all’ex fornace “La tranquilla” di San Calogero, dove un migrante è stato ucciso e un altro è stato ferito da ignoti che hanno esploso colpi di fucile.

 

In corso la mobilitazione dei migranti che hanno deciso di gettare le bandiere dell'Usb, il sindacato di cui il giovane maliano ucciso faceva parte che per la giornata di oggi ha indetto uno sciopero dei braccianti agricoli, e di dare vita al corteo di protesta senza alcuna sigla sindacale. Sono circa una trentina e si stanno dirigendo verso il comune per incontrare il commissario che governa il paese dopo il suo scioglimento. La manifestazione è stata autorizzata e il corteo è seguito dalle forze dell'ordine.

 

Già nella serata di ieri un gruppo di extracomunitari ha dato vita a una protesta bloccando con una cortina di pneumatici, dati poi alle fiamme, la strada che conduce alla tendopoli. Sul posto sono intervenuti le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. Nel frattempo proseguono serrate le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Tropea, per identificare l’autore del delitto che avrebbe puntato i tre migranti esplodendo i colpi d’arma da fuoco a circa 60 metri di distanza.

 

 

LEGGI ANCHE: