Dipendenti invitati a mentire in Pronto soccorso: anche la frattura di un piede è stata “camuffata” da incidente domestico. I consigli del proprietario del gruppo Paoletti prima di andare in ospedale per evitare controlli: «Vai a casa e cambiati». La guardia di finanza ha sequestrato beni per 27 milioni di euro
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«È anche capitato io mi tagliassi le mani, lavorando in macelleria, ma su disposizione di Paolo Paoletti, in Pronto Soccorso, ho dovuto dichiarare di essermi fatto male a casa. Tutte le volte che mi infortunato al lavoro, mi sono recato al Pronto Soccorso di Soverato, dove sono stato medicato e cucito di volta in volta. Solo in un'occasione mi hanno incollato la falangetta del pollice sinistro, tagliato al centro con un sega ossa elettrico, del quale era dotato il reparto macelleria».
Non solo sfruttati e malpagati – assunti a tempo pieno e costretti «a restituire una parte della retribuzione in contante» - ma anche costretti a nascondere gli infortuni camuffandoli da incidenti domestici.
L’inchiesta Ergon, eseguita dai militari della Comando provinciale di Catanzaro e coordinata dalla Procura del capoluogo, ha registrato diversi episodi, lesivi della dignità dei lavoratori, dei quali sarebbero stai vittima i dipendenti delle società facenti capo all’imprenditore catanzarese Paolo Paoletti.
L’inchiesta è partita dalla denuncia di due dipendenti e ha portato, questa mattina, i finanzieri ha eseguire cinque misure cautelari e 17 perquisizioni, oltre a un sequestro preventivo, emesso dal gip Luca Bonifacio, per il valore di oltre 27 milioni di euro.
Le misure cautelari e gli indagati
Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti del titolare delle aziende, Paolo Paoletti, di Catanzaro, per il quale è stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere; nei confronti del consulente del lavoro, Anna Valentino, di Avellino, e di una responsabile amministrativa dell’azienda, Maria Teresa Panariello, di Avellino, quella degli arresti domiciliari; per due responsabili dei punti vendita (Antonio Citriniti, di Catanzaro, e Paolo Giordano, di Catanzaro) la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
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Indagati a piede libero sono Vittorio Fusto, 56 anni, di Girifalco; Tiziana Nisticò, 59 anni, di Catanzaro; Rosario Martinez Paoletti, 26 anni, cugino di Paolo Paoletti e socio della Paoletti spa; Giorgio Rizzuto, 37 anni, di Cosenza; l’azienda Food and More spa e la Paoletti spa, tutte con sede legale a Montepaone.
La frattura di un piede sul lavoro camuffata da incidente domestico
Tra gli episodi registrati dai finanzieri ve n’è uno che coinvolge un dipendente che a novembre 2023 ha subito la frattura di un piede mentre spostava una pedana. Dalle intercettazioni captate tra Rosaro Martinez Paoletti e Anna Valentino, il primo spiega di avere mandato il lavoratore a casa a cambiarsi per non presentarsi al Pronto Soccorso in abiti da lavoro.
In effetti nel referto dell’ospedale di Soverato, risulta l’accesso al Pronto Soccorso per “dolore piede destro da trauma da incidente domestico”
Un anticipo per l’acquisto dei farmaci
Dopo aver eseguito gli ordini, nonostante il piede rotto, l’uomo aveva chiesto un anticipo per l’acquisto dei farmaci prescritti dai medici.
«È andato a casa, l’ho mandato a casa si è cambiato è andato in ospedale e gli hanno fatto la radiografia e gli hanno detto che è rotto ...20 giorni di fermo ...lo hanno ingessato e mò lui mi chiedeva se ...mò manda il certificato e se gentilmente riusciamo a dargli un acconto ...qualcosa per i farmaci».
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L’acconto per i farmaci
L’acconto era stato promesso da Rosario Paoletti - «Gli veniamo incontro» - che non aveva comunicato la “concessione” a Paolo Paoletti, tanto che quando il dipendente si era recato negli uffici per ricevere l’acconto sullo stipendio, il titolare aveva chiamato «la moglie per chiedere delucidazioni sul punto, convenendo al termine della telefonata che avrebbe concesso il sospirato anticipo», annota la Procura di Catanzaro nella richiesta di misure cautelari vergata dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, dall’aggiunto Giulia Pantano e dal sostituto Saverio Sapia.
Il taglio nel reparto salumeria e l’arrivo in pronto soccorso con mezzi propri
A gennaio 2024 un’altra lavoratrice si era fatta male nel reparto salumeria. Anche lei aveva dichiarato l’incidente domestico.
«Io la solita prassi dico se possibile di fare quello che noi sappiamo!... Quando poi la accompagniamo! E regolarmente fatto e attestato incidente domestico», dice Paoletti riferendosi ai “consigli” che sarebbero stati impartiti ai dipendenti. E, in effetti, la donna al Pronto soccorso «si era recata con mezzo proprio ed aveva dichiarato di essere occorsa in un incidente domestico che le aveva causato "ferita da taglio con perdita di sostanza primo dito mano destra”».
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Nei giorni seguenti la preoccupazione che Paolo Paoletti esterna alla Panariello, era quella che «l’Inps aveva inviato alla dipendente una nota con la quale aveva manifestato delle perplessità circa le cause che avevano causato l’infortunio (“mi dice signor Paoletti mi è arrivata una raccomandata da parte dell’Inps che loro non sono convinti della dinamica della questione”). Dopo aver letto il contenuto della lettera alla consulente, la stessa lo tranquillizzava dicendo che era prassi comune dell’Inps di inviare richieste simili e che, probabilmente, l’istituto voleva avere contezza che l’incidente non fosse già stato risarcito da un’altra assicurazione».