«Chiama mio fratello e un’ambulanza, mi hanno sparato». Sanguinante per le ferite al volto, al torace e alla spalla, Carmelo Castagna ha avuto la forza di guidare fino a casa dei propri parenti più vicini, nella frazione Presinaci di Rombiolo. Ne ha attirato l’attenzione suonando il clacson e ha chiesto a suo nipote di chiamare i soccorsi. Il resto è accaduto nel giro di qualche minuto: l’arrivo dei carabinieri, che hanno avviato gli accertamenti del caso, e quello dei sanitari del 118 e dell’elisoccorso, che ha trasportato il 54enne a Catanzaro.

L’uomo è grave ma non sarebbe in pericolo di vita. In via Vittorio Alfieri sono iniziati i rilievi per ricostruire un agguato che, secondo quanto appreso, sarebbe avvenuto in un’area di campagna tra Mesiano e Presinaci di Rombiolo. Sul posto c’è l’auto della vittima: macchie di sangue sui sedili anteriori, il finestrino posteriore dal lato del conducente frantumato dai colpi. Dettagli che torneranno utili per ricostruire il film dell’assalto. La prima ipotesi è che l’assalitore abbia atteso Castagna lungo la scorciatoia che percorreva per raggiungere Mesiano (foto sopra), frazione del comune di Filandari, e poi abbia messo in atto il piano omicida. Sul presunto luogo dell'agguato gli investigatori hanno individuato tredici bossoli. Una pioggia di fuoco che non ha impedito al 54enne di scampare al tentativo di omicidio. 

Leggi anche

Dopo essere stato colpito, Castagna, che è un soggetto noto alle forze dell’ordine al pari del fratello Nazzareno, è riuscito a invertire la marcia della propria auto e ha raggiunto quello che considerava il posto più sicuro nelle vicinanze. Il killer (o i killer) non lo hanno seguito, forse perché pensavano di aver concluso il proprio compito o più semplicemente per mettersi al riparo da occhi indiscreti. Sull’esatta dinamica dei fatti e sul movente, per ora, non ci sono altri elementi: gli investigatori sono al lavoro per controllare gli ultimi contatti della vittima dell’agguato e per scandagliarne il passato.