«L’ho conosciuto perché a casa mia, avevamo degli animali, e lui è un macellaio. L’ex moglie lo ha lasciato e mi aveva detto “Guarda che lui è così…” ma io non ci andavo tanto dietro a quello che diceva. Ci siamo incontrati ed è nato l’amore. Il primo anno credevo in quell’amore ma poi si è trasformato in violenza». Inizia così il racconto di Agnese, la donna sequestrata a Luzzi, in Calabria, dal suo compagno - che non aveva accettato la fine della loro relazione e il fatto di essere stato da lei denunciato per condotte persecutorie - andato in onda oggi a Pomeriggio Cinque, il programma di Canale 5 condotto da Myrta Merlino.

Intervistata dall’inviata Ilaria Dalle Palle, la trentenne ha raccontato delle violenze subite dal suo compagno: «Mi chiudeva dentro la stanza, mi maltrattava, mi gridava, mi minacciava. Non ho trovato il coraggio di andare dai Carabinieri prima perché lui minacciava specialmente i miei figli. Io lo volevo lasciare ma lui mi diceva che mi avrebbe rovinato la famiglia. Quando ho conosciuto un nuovo avvocato ho preso il coraggio di lasciarlo e ho detto basta».

Agnese continua il racconto parlando di quanto accaduto il giorno del sequestro: «Quel giorno ho detto a mia madre che sarei andata in un supermercato. Quando sono arrivata lui era alle mie spalle, mi ha preso per le mani e mi ha messo dentro la macchina, dietro i sedili posteriori che aveva messo su di me, spingendoli dietro. Non ho potuto urlare perché lui minacciava di uccidermi. Arrivati a casa sua, mi fa salire a forza su una scala, io gridavo ma lui mi ha messo in questa soffitta già organizzata con un letto e del cibo, era tutto organizzato. Poi mi ha dato a forza quattro compresse. Mi ha minacciato di morte: se urlavo mi avrebbe ammazzato. Mi ha messo le mani al collo ma un uomo è sempre più forte».

Infine, parla del momento in cui è stata salvata: «Mia madre è stata coraggiosa, ha avvisato subito i Carabinieri e loro sono venuti al volo. Se non fosse stato per mia madre forse non ci sarei più. Lui è venuto di sopra con i Carabinieri e diceva a me di dire loro che volevo stare con lui, ma io non ho risposto perché io non volevo stare con lui. Prima di vedere i Carabinieri pensavo di morire, quando li ho visti ho visto la mia salvezza». L’uomo ora è in carcere in attesa della convalida del fermo.