«Matteo Messina Denaro potrebbe pentirsi e svelare i rapporti con la ‘Ndrangheta e le sue coperture politiche». Si mostra possibilista Louis Freeh, ex direttore dell’Fbi dal 1993 al 2001, quando gli si domanda se ritiene che l’ex latitante numero uno in Italia possa decidere di collaborare con la Giustizia.

Freeh è un esponente delle istituzioni statunitensi di primissimo livello. Amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, curò, da giovane procuratore, l’inchiesta sulla “Pizza connection”. Per questo, di mafia se ne intende parecchio. Intervistato dal giornalista Claudio Pagliara per Tv7 su Rai1, Freeh ritiene l’arreso di Messina Denaro «molto importante a livello personale perché è stato responsabile dell’assassinio di due miei amici e colleghi, Falcone e borsellino, oltre che di coloro che facevano parte delle scorte nonché di molte altre persone. È una notizia che mi rallegra».

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«Messina Denaro aiutato a vari livelli»

L’ex direttore dell’Fbi, però, va oltre: «A livello professionale è un arresto molto importante sia per l’Italia per gli Stati Uniti per il peso che Messina Denaro ha nella mafia. A livello istituzionale, è evidente che è stato aiutato da un certo numero di persone per oltre trent’anni che gli hanno consentito di vivere vicino alla sua città natale. Il suo stile, le sue abitudini di vita mostrano quanto arrogante possa essere un boss mafioso. Godeva della complicità certamente di altri mafiosi e forse anche di non mafiosi, persone che erano in posizioni strategiche per aiutarlo. È molto importante smantellare la sua rete di supporto e sono certo che gli investigatori italiani lo faranno».

Messina Denaro collaboratore di giustizia?

Pagliara domanda a Freeh se ritiene che Messina Denaro possa diventare un collaboratore di giustizia e, in tal caso, che contributo potrebbe dare. «Non so quali siano le sue condizioni di salute – spiega Freeh – ma molte volte le persone che vengono arrestate in queste circostanze decidono di collaborare con i pubblici ministeri. Potrebbe dare un contributo al contrasto della mafia molto importante, svelare la struttura attuale il comando e il controllo delle sue ramificazioni; le imprese infiltrate, forse le persone che sono sul libro paga della mafia e che la proteggono. Potrebbe dare informazioni su vasta scala, tracciando un diagramma di dove si trova oggi Cosa Nostra proprio come fece Tommaso Buscetta durante il suo processo qui negli Stati Uniti».

Gli intrecci con la ‘Ndrangheta e le coperture politiche

Ma l’ex direttore dell’Fbi va molto oltre. Quando gli viene chiesto se ritenga Cosa Nostra più forte o più debole di qualche tempo addietro, non ha remore ad ammettere come «sia difficile dirlo». In realtà, «Cosa Nostra, negli Stati Uniti, si è indebolita molto negli ultimi trent’anni. La maggior parte della leadership è stata portata in giudizio ed è in prigione o in fuga. C’è stato un notevole indebolimento dell’organizzazione. In Italia la mafia, per quel che so, è ancora molto forte e ci sono la ‘Ndrangheta e la Camorra a completare il quadro. Questa è una delle altre cose che Messina Denaro potrebbe svelare se volesse: qual è il rapporto di Cosa Nostra con la ‘Ndrangheta e la Camorra? Sono coinvolte nel traffico di droghe in Europa attraverso l’Italia? Che livello di protezione politica hanno?

Le indagini non finiscono mai

Ma che messaggio è l’arresto di un boss dopo 30 anni di latitanza? «È molto potente, mostra che polizia e pubblici ministeri non si arrendono mai. Le indagini non si fermano mai. Un latitante sfuggito alla cattura per 30 anni sa che potrebbe non essere altrettanto fortunato il 31esimo. Il caso non viene mai chiuso e, prima o poi, il latitante commetterà un errore, qualcuno intorno al lui lo tradirà. Il messaggio è che sei un mafioso e non puoi ritenerti mai al sicuro. Prima o poi arriverà il tuo momento».