VIDEO | Avrebbe rubato autoveicoli e poi contattato i proprietari per chiedere un riscatto ai fini della restituzione dei mezzi. L'uomo dovrà rispondere di furto aggravato e tentata estorsione. Altre due persone sono state denunciate
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Nella giornata di ieri i carabinieri della Compagnia di Melito di Porto Salvo hanno arrestato un uomo con l’accusa di furto aggravato e tentata estorsione. Si tratta di Massimo Bevilacqua, 41enne reggino. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei suoi confronti dal Gip di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri.
L’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Procuratore Alessandro Moffa e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile, è iniziata nel mese di febbraio di quest’anno, a seguito dell’allarmante aumento dei furti di veicoli nella cittadina grecanica. Nelle notti tra il 2 ed il 6 febbraio, alcuni soggetti mascherati, approfittando del buio e della minore frequentazione delle vie cittadine, hanno rubato un furgone telonato e, pochi giorni dopo, anche un’ambulanza privata, utilizzandola per commettere un ulteriore colpo ai danni di una concessionaria di Melito Porto Salvo, dove hanno trafugato un motociclo ed un personal computer.
Le immagini del sistema di videosorveglianza sono state determinanti per ricostruire i movimenti degli autori ed individuare il mezzo da loro utilizzato per gli spostamenti. Eloquente la metodologia impiegata nella scelta delle vittime. Infatti, una circostanza è balzata all’attenzione dei carabinieri: sulla carrozzeria dei mezzi rubati erano indicati i recapiti telefonici e, quindi, le vittime avrebbero potuto essere agevolmente contattate telefonicamente. La conferma che il progetto delittuoso andasse oltre l’appropriazione dei veicoli è stata di lì a poco confermata. Gli indagati hanno poi cercato, nei giorni successivi, di chiamare le ignare vittime, chiedendo loro di recarsi nel quartiere Arghillà per pagare il “riscatto” e riottenere il mezzo rubato, secondo la tecnica comunemente conosciuta come “cavallo di ritorno”.
Gli ulteriori approfondimenti di natura tecnica hanno conclamato la responsabilità dell’arrestato, che risponderà dei reati di furto aggravato e tentata estorsione. Nel procedimento penale risultano essere denunciati anche altri due soggetti reggini, la cui ipotesi di responsabilità riguarda la sottrazione dei mezzi. L’arrestato, esperite le formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Arghillà.