Secondo quanto riferito dal segretario generale del sindacato sarebbero molti i camici bianchi orientati a restare in servizio per ulteriori due anni, come previsto nel Milleproroghe. «È necessario assicurare la tutela della salute pubblica»
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«Una disposizione normativa varata dal governo con il Milleproroghe consente ai medici di medicina generale che sono arrivati alla soglia della pensione, e ne facciano richiesta, di rimanere in attività per altri due anni in mancanza di medici di medicina generale collocabili». Lo afferma in una nota Gennaro De Nardo, segretario generale della Fimmg Catanzaro, sindacato più rappresentativo dei medici di medicina generale.
«In sostanza, allo scopo di sopperire alla ormai cronica carenza di personale e all’inevitabile disagio per i cittadini, il limite di età per il pensionamento - spiega il segretario provinciale della Fimmg - è stato elevato, su base volontaria, fino a 72 anni per il personale medico convenzionato (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) del sistema sanitario nazionale».
«Considerato che in Calabria e nella provincia di Catanzaro i medici di famiglia in uscita, cioè quelli che dovrebbero andare in pensione, sono in numero nettamente superiore rispetto a quelli in entrata, la disposizione potrebbe essere utile a garantire la continuità dell’assistenza e tutelare il diritto alla salute dei cittadini che altrimenti rimarrebbero privi del medico di medicina generale. In ogni caso per fronteggiare e prevenire i rischi relativi al mancato aggiornamento delle zone carenti e alla mancata definizione della platea dei medici collocabili, potrebbe essere opportuno stabilire una proroga di sei mesi per il medico in età di pensionamento, in attesa che vengano fornite, in tempi ragionevoli, le opportune indicazioni».
«Si eviterebbero, così, ricorsi e contenziosi che penalizzerebbero esclusivamente i cittadini. Spetta ora alle aziende del servizio sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, trattenere in servizio – spiega De Nardo – i medici che ne facciano richiesta entro il settantaduesimo anno d’età. Sembrerebbe, però, che le Regioni e le aziende siano poco sensibili, almeno fino ad oggi, alla problematica esposta, nonostante siano numerosi i professionisti che vorrebbero usufruire delle opportunità offerte dalla legge proroga. La grave carenza di personale medico impone, però, di seguire senza esitazioni questa strada».
«A questo punto – prosegue De Nardo – mi auguro vengano rimossi, nel più breve tempo possibile, gli ostacoli di carattere burocratico che impediscono l’applicazione della legge e, contestualmente, il mio auspicio è che i dirigenti delle Asl e le componenti istituzionali coinvolte si assumano le loro responsabilità per favorire il percorso dettato dalla normativa».
«Garantire i livelli essenziali di assistenza, come previsto dal sistema sanitario nazionale, è necessità irrinunciabile e assicurare la tutela della salute pubblica è, allo stesso modo, esigenza indifferibile. Per queste ragioni, in sintonia con le posizioni espresse dal segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti, ritengo che continuare a usufruire delle prestazioni dei medici vicini alla pensione è un’opportunità irrinunciabile che va nella direzione di migliorare decisamente l’insostituibile ruolo della medicina territoriale».