Il governatore interviene dopo le dichiarazioni del presidente dell'Ordine dei camici bianchi di Cosenza. E precisa: «Non solo hanno la laurea, ma anche due specializzazioni e sono apprezzati da colleghi e pazienti»
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«Affermazioni davvero gravi, che trasudano razzismo, sui medici cubani in servizio in Calabria». Non usa mezzi termini il governatore calabrese, Roberto Occhiuto, intervenendo dopo le affermazioni di Eugenio Corcioni, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Cosenza.
Quest'ultimo, al Corriere della Sera, ha detto che «i medici cubani curano le fratture degli arti con le mani, come facevano i primitivi. Questo perché nessuno di loro ha la laurea». Ma il presidente della Regione e commissario ad acta ribatte: «I medici cubani sono apprezzati da tutti i loro colleghi, con i quali lavorano in profitto da diversi mesi. E soprattutto sono apprezzati dai pazienti calabresi, così come è documentato in centinaia di inchieste giornalistiche nell'ultimo anno. Quelle di oggi, quindi, sono polemiche razziste che non mi interessano».
Occhiuto sollolinea inoltre che «questi medici non solo hanno una laurea valida ma, in molti casi, hanno anche due specializzazioni e i loro titoli ci sono stati trasmessi attraverso l'ambasciata. Quello che mi è sempre stato a cuore realmente è che questi medici salvassero vite. E ne hanno salvate tante, uomini, donne e anche bambini. Ma anche una sola vita salvata, come ho sempre detto, vale più di mille polemiche».
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Ad oggi i medici cubani in servizio nella Regione, ricorda Occhiuto, «sono 270, con gli ultimi 98 appena arrivati. E ne arriveranno altri 6 nei prossimi giorni. E, mentre ci hanno aiutato a non chiudere ospedali e fornire assistenza ai cittadini calabresi in un momento in cui non si riusciva a reclutare camici bianchi, intanto abbiamo assunto altri 250 medici a tempo indeterminato in Calabria», conclude Occhiuto.