Un maxisequestro da 30 milioni di euro è stato effettuato nell’ambito di una vasta operazione condotta tra la Calabria e la Capitale, da parte dei militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma.

L’operazione è stata coordinata dal Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, e dagli aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, in esecuzione di un decreto di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta di questa Procura Distrettuale.

 

Il provvedimento di sequestro è stato emesso a carico di Antonio Saraco, già coinvolto nell’inchiesta “Itaca-Freeboat”, che ha portato, nel mese di luglio del 2013 all’arresto di 25 soggetti, ritenuti affiliati della cosca Gallace-Gallelli, attiva nel territorio di Guardavalle, Badolato e su tutta la fascia del basso ionio catanzarese. Nell’ambito di quell’indagine, era emersa la responsabilità di Saraco in due spisodi estorsivi ai danni di due imprenditori modenesi, responsabili della società titolare del porto di Badolato. Nel novembre del 2016, le Fiamme Gialle avevano quindi proceduto ad un primo sequestro preventivo di beni nei confronti di Saraco.

 

Ma le indagini non si sono fermate, e hanno portato alla scoperta di una presunta intestazione fittizia di beni che l’uomo avrebbe messo in atto servendosi del figlio Pasquale, consistente in una società e nel relativo complesso di beni e un conto bancario, beni sottoposti anch’essi a sequestro.

Le ulteriori indagini patrimoniali condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro, con la collaborazione dello S.C.I.C.O. di Roma, hanno permesso di ricostruire un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta da Antonio Saraco e dal figlio Pasquale. Tra i beni sequestrati spicca un noto ed esclusivo complesso turistico alberghiero sito nel comune di Badolato. La struttura ricettiva, che si estende su una superficie di 60.000 metri quadrati, composta da un lussuoso albergo, due piscine, un ristorante e un campo sportivo, è stata edificata a partire dalla prima metà degli anni ‘90.

 

Sigilli sono stati apposti a una lussuosa villa e a  tre società con sede a Roma una delle quali gestisce, oltre alla struttura ricettiva di Badolato, anche un noto villaggio turistico a Parghelia, nel Vibonese, lungo la suggestiva “Costa degli Dei”.

 

Inoltre, in Calabria, la Guardia di Finanza ha sequestrato cinque magazzini, tre locali commerciali, due appartamenti a Satriano, 26 appartamenti, tre magazzini e 16 terreni siti nel comune di Badolato, due auto e una motocicletta. Infine, le Fiamme Gialle hanno apposto i sigilli anche a ad alcune quote societarie con sede una a Cosenza e l’altra a Catanzaro, operanti rispettivamente nel settore edile e ricettivo, e diversi rapporti bancari e finanziari.