Da giorni si cerca il bambino di otto anni tra i due dispersi dopo l'alluvione nelle Marche. La madre: «Una forza sovraumana l'ha strappato dal mio petto». Un dramma simile a quello che si è consumato nel Lametino e prima ancora a Vibo (ASCOLTA L'AUDIO)
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4 ottobre 2018, San Pietro a Maida. In braccio Nicolò, per mano Christian. Stefania Signore, colta dal panico, scende dall’auto per cercare di sfuggire all’alluvione. Un tentativo disperato per mettere in salvo i suoi bambini. Ma il nubifragio non lascia scampo né a lei né ai suoi piccoli. La furia dell’acqua li travolge, strappa dalle braccia della madre il piccolo Nicolò e trascina via la donna e l’altro figlio. I corpi della giovane e del bambino più grande trovati dopo alcune ore, il corpicino di Nicolò solo diversi giorni più tardi. Una famiglia distrutta, una tragedia immane, una ferita per la Calabria e l’Italia intera. L'ennesima.
3 luglio 2006, Vibo Valentia. Un inferno di acqua e detriti scende giù dalla collina di Vibo travolgendo le sue frazioni. Scene da apocalisse. Salvatore Gaglioti ha solo 15 mesi. La sua mamma, in un ultimo estremo e disperato gesto, scende dall’auto consegnando il figlio a un altro automobilista pregandolo di metterlo in salvo. Il piccolo viene però trascinato dalla pioggia insieme al soccorritore. Quest’ultimo, ferito, ritrovato dai soccorritori qualche ora dopo, per Salvatore precipitato a fondo lungo una scarpata non c’è più nulla da fare: «Ho tentato in tutti i modi di salvare il piccolo Salvatore, ma ogni sforzo è stato inutile, sono stato travolto dall'acqua e dal fango e non ricordo più nulla» ha poi detto, ricostruendo i drammatici momenti. La madre del piccolo è sopravvissuta. Nell'alluvione di Vibo quattro persone persero la vita.
16 settembre 2022. Oggi la tragedia si consuma nelle Marche dove una bomba d’acqua strappa alla vita undici persone. Da due giorni si cercano freneticamente anche i dispersi, tra questi c’è un bambino di soli otto anni. Anche Mattia come Nicolò e come Salvatore era in braccio alla madre. La donna ha abbandonato la sua auto per mettere in salvo il suo bambino: «Una forza sovraumana l'ha strappato dal mio petto, era aggrappato a un tronco, poi è scomparso nel buio». È il drammatico racconto a Repubblica di mamma Silvia. Lei è stata trovata e soccorsa due ore dopo, non è riuscita a trattenere Mattia che si sarebbe aggrappato a una pianta prima di scomparire.
Tre donne, tre mamme, tre storie intrecciate dello stesso tragico filo di dolore e disperazione, la disperazione di una madre che impotente, di fronte alla furia della natura, tenta di mettere in salvo i suoi bambini in qualsiasi modo. Così hanno fatto Stefania e Silvia che hanno abbandonato l'auto stringendo a sè i propri cuccioli poi strappati via dall'inferno di acqua e fango. Così aveva tentato di fare anche la giovane mamma di Vibo disposta a tutto pur di mettere in salvo il suo bimbo che si era affacciato alla vita da poco più di un anno, persino ad affidarlo a un automobilista che non conosceva.
Due i dispersi nelle Marche
E nelle Marche da due giorni si continua a cercare. Oltre al piccolo Mattia si cerca anche Brunella Chiù, la 56enne che era in auto con la figlia. Le ricerche si concentrano nella zona di Contrada Coste, nel Comune di Barbara e si estendono a tutta l'area coinvolta dalla bomba d'acqua. Decine le persone all'opera dalla serata di giovedì, sia nella ricerca dei dispersi che nel portare soccorso alla popolazione travolta dal fango.
«Ridiamo Mattia alla mamma»
«Il fatto che Mattia sia disperso - dice il sindaco di San Lorenzo in Campo (Ancona), Davide Dellonti - è una notizia che ha sconvolto profondamente la nostra comunità dove risiede e frequenta la scuola primaria dove è benvoluto e amato da tutti, compagni di scuola, personale e insegnanti. Faccio mio, sia personale sia per la famiglia, come ho avuto modo di dire alla mamma, l'appello che è stato già lanciato a tutto il mondo dei soccorritori, protezione civile, vigili del fuoco: ridiamo Mattia alla mamma il più presto possibile. Perché - conclude Dellonti - non posso neanche immaginare quello che possa essere il dolore in questo momento il dolore di una mamma che comunque, in qualsiasi modo, non possa riabbracciare, magari anche per l'ultima volta, il proprio figlio».
«Vorrei ribaltare il mondo ma non posso»
«Vorrei ribaltare il mondo ma non posso, l'appello ai soccorritori è trovatelo, ridatecelo». Lo dice all'Ansa, con la voce otta dall'emozione, di Alessandro Fontana, zio di Mattia. Da quando è disperso Mattia «non dormiamo, non mangiamo. Vorrei ribaltare il mondo ma non posso». Mattia, racconta lo zio, «è un ragazzino dolce, affettuoso. È mio nipote, gli voglio bene come un figlio. Con noi sta spesso, abitiamo anche vicini. Mattia fa le cose che fanno i bambini della sua età: va a scuola, era iscritto alla III elementare, videogiochi, il cellulare, i programmi in tv e in particolare i cartoni animati come Peppa Pig. Ma qua si vive in campagna e sta molto tempo anche all'aperto a giocare. L'attesa ti logora, - riprende lo zio di Mattia -, non sapere è pesante, forse peggio della mancanza. Sono giorni che non mangiamo, non dormiamo. L'appello ai soccorritori è "trovatelo, ridatecelo"».