Momenti di tensione durante il comizio di Matteo Salvini a Soverato. Un nutrito gruppo di manifestanti ha contestato il leader della Lega a pochi metri dal palco esponendo striscioni e intonando cori.
Il cordone di polizia posto a presidio della manifestazione è intervenuto in tenuta antisommossa con un’azione di alleggerimento per calmare gli animi dei contestatori ed evitare che si avvicinassero troppo al palco.


Salvini, presa la parola, si è rivolto ai manifestanti: «La polizia è impegnata quotidianamente a contrastare la mafia e la 'ndrangheta e non quattro figli di papà dei centri sociali. Dove erano questi manifestanti – ha proseguito - quando i politici di centro sinistra di questa regione mangiavano i soldi per le strade, i collegamenti e le infrastrutture? Vengono oggi a manifestare ed è evidente che non hanno mai svolto un lavoro sociale, con gli anziani ad esempio. Menomale che è stata introdotta l’educazione civica così dove non ci sono arrivati i genitori almeno ci arriveranno professori e insegnanti».

Poco dopo, qualcuno è riuscito a interrompere la diffusione audio ma è stato immediatamente fermato e indentificato. «Quel cretino che ha danneggiato l’impianto elettrico -  ha detto il leader della Lega dal palco - è stato individuato e identificato e pagherà di tasca sua».

Al termine del comizio, mentre Salvini ha cominciato quello che ormai è il "rito dei selfie", promettendo di fare foto anche con i contestatori che lo avessero voluto, una parte dei manifestanti ha cominciato a inneggiare a Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace