Sedici braccianti morti sulle strade del caporalato nel giro di una settimana in Puglia. Il 4 agosto scorso l’incidente sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, in cui quattro braccianti hanno perso la vita e altri quattro sono rimasti gravemente feriti. Ieri le dodici vittime dello spaventoso scontro avvenuto nel Foggiano, sulla statale 106.

 

E mentre l’asfalto si tinge del sangue dei migranti, ci si interroga, sempre fuori tempo massimo, su come quegli uomini e quelle donne siano finiti ammassati in mezzi di fortuna, furgoni che all’alba sfrecciano sulle strade sterrate verso i campi dove i migranti trascorreranno dieci ore piegati sotto il sole cocente a raccogliere i nostri pomodori. Così come avviene in Calabria, dove, stipati nella baraccopoli di San Ferdinando, centinaia di migranti attendono ogni mattina all’alba il furgoncino che li porterà a sgobbare n egli agrumeti della Piana. E i roghi, i morti, le proteste, il sacrificio di Soumaila Sacko, ucciso a 28 anni per un pugno di lamiere, non sono bastati a far balzare il problema della gestione dei migranti in cima all’agenda di Governo, se non in un senso distorto che poco ha a che fare con la realtà del fatto che il fenomeno migratorio può essere gestito, ma non fermato, perché obbedisce a dinamiche sovrapolitiche, che hanno a che fare con l’istinto di sopravvivenza di popolazioni che abbandonano in massa territori lacerati da guerre e fame o fuggono da sanguinose dittature.

 

Intanto mercoledì, nei pressi del luogo dell’incidente, centinaia di braccianti daranno vita a un sit in. E nelle scorse ore, in una nota congiunta, Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria e Bruno Costa, segretario regionale della Flai-Cgil, oltre a manifestare profondo cordoglio per quanto accaduto nel Foggiano, hanno espresso l’intenzione di partecipare alla manifestazione e acceso i riflettori su questioni come quelle del caporalato del lavoro sfruttato che anche in Calabria ha vissuto parentesi particolarmente buie.

 

«Come sindacato confederale e di categoria – scrivono gli esponenti del sindacato - continueremo a pressare le istituzioni affinché accolgano le nostre proposte nel campo dell'agricoltura: dal collocamento pubblico, obiettivo da raggiungere per sconfiggere il caporalato ed agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, alla redazione di un protocollo d'intesa con la sede Regionale dell'Inps, i Centri per l'Impiego, la Direzione regionale del Lavoro, le Prefetture, le parti sociali ed i soggetti preposti al trasporto, per l'istituzione di apposite convenzioni per l'introduzione del servizio di trasporto a tariffe agevolate per le lavoratrici e i lavoratori agricoli operanti nelle aziende dislocate sul territorio. Queste morti – concludono Costa e Sposato- chiedono con forza di dire basta a ogni forma di sfruttamento»