Ecco come Cardia (Lega) è finito nell’inchiesta Ducale. Il pentito Chindemi scopre il "tempio" «accanto a casa» sua e lo riferisce ai magistrati della Dda. Le riunioni con un importante Gran Maestro: l'orologio di Gelli, le strategie elettorali («così ho fatto eleggere un senatore di Fi») e le nuove adesioni («vuole entrare anche un magistrato»)
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La campagna per le Comunali di Reggio Calabria vista da un tempio massonico di Gallico. Negli atti dell’inchiesta Ducale firmata dalla Dda di Reggio Calabria c’è un capitolo dedicato all’interesse delle logge per il risultato elettorale: l’approfondimento compare in una delle proroghe d’indagine e illumina alcuni retroscena finiti sotto la lente dei magistrati antimafia.
Il punto di partenza è uno dei verbali del collaboratore di giustizia Mario Chindemi su uno dei temi più battuti dalle indagini delle Dda calabresi, quello dei «rapporti tra esponenti di ’ndrangheta e massoneria». Chindemi ne parla nel maggio 2019: racconta dello svolgimento «accanto a casa mia» di riunioni massoniche avvenute dal 2015 «e ancora oggi». Lo scopre quasi per caso: «Veniva gente… oltre 30-40 persone» e occupava tutto il parcheggio bloccando la sua auto. Il futuro pentito sopporta per un po’, poi sbotta: «Una mattina mi sono innervosito, sono andato là e mi esce uno che aveva un cappuccio nero sulla testa… e mi apre… poi se l’è tolto e mi ha detto: “Di che ha bisogno?”». «Che ho bisogno? - avrebbe risposto Chindemi - Tutte quelle macchine là, per gentilezza fatele uscire, vedete come le dovete sistemare per uscire sennò qua facciamo un bel po’ di fuoco e facciamo caldo».
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Il massone con parentele mafiose nel mirino della Dda
Il racconto dell’episodio permette ai magistrati (l’interrogatorio è condotto dal procuratore aggiunto, all’epoca pm, Stefano Musolino e dalla pm Sabrina Fornaro) di ottenere le prime informazioni su quella loggia massonica. Il collaboratore di giustizia fa qualche nome e indica un luogo, il «capannone» in cui si tenevano le riunioni.
I carabinieri individuano in effetti un immobile «adibito a Tempio massonico» e si mettono al lavoro per identificare uno dei grembiulini indicati da Chindemi.
Per i militari si tratta di un ex dipendente della Città metropolitana di Reggio Calabria, incensurato, figlio di un uomo (morto nel 2018) che nell’atto allegato all’inchiesta Ducale viene descritto come un «elemento di vertice del locale di ’ndrangheta di Roghudi». Suo suocero ha riportato una condanna definitiva per associazione di stampo mafioso. Anche la sorella di sua moglie ha parentele scomode: è sposata con un personaggio considerato «elemento di spicco» del clan Libri.
Il quadro e i legami di famiglia dell’uomo con la criminalità convincono i magistrati a sorvegliare le attività del tempio per cercare riscontro alle parole di Chindemi: così le cimici degli investigatori entrano nella loggia massonica Sirius Vera Luce n. 234, affiliata al Grande Oriente italiano di piazza del Gesù. I magistrati si chiedono se la loggia nel 2019 sia ancora attiva e aprono un nuovo filo d’inchiesta sulla scorta delle parentele mafiose di uno degli “incappucciati”.
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Ecco come Cardia entra nell’inchiesta Ducale
Da questo momento in poi le intercettazioni rivelano il modo in cui i fratelli massoni si approcciano alla politica in un momento chiave per le elezioni amministrative del 2020 a Reggio Calabria: è in questo filone che entra per la prima volta il nome del consigliere comunale Mario Cardia, iscritto, come si è appreso nei giorni scorsi, nel registro degli indagati. Quello finito negli atti dell’inchiesta Ducale è un documento che offre una rappresentazione diretta dei rapporti tra quella loggia e il candidato alla competizione elettorale.
È attraverso il telefono dell’ex dipendente comunale, che in quel momento è sottoposto a intercettazione, che gli investigatori ricostruiscono le attività politiche della loggia. L’uomo parla con un altro membro della loggia e gli annuncia un appuntamento importante: la «gemmazione» di una nuova officina dell’obbedienza del Goi di Piazza del Gesù: «Venerdì abbiamo una gemmazione. Se vuoi che ci vediamo con il Gran Maestro».
Per la loggia, l’appuntamento è di quelli importanti. Al Gran Maestro originario del Cosentino vengono spiegati i dettagli: «Ti ho chiuso con quel gruppetto di 7-8 fratelli» e aggiunge che «venerdì sera, se è disponibile… se è libero» ci sarà anche il capostruttura di un consigliere regionale. Spiega, insomma, che nel gruppo ci saranno «tutte persone serie» e c’era anche «un consigliere comunale… tutte persone a modo».
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Il Gran Maestro, da parte sua, annuncia che durante la cena «avrebbe consegnato un pensiero per la nuova loggia» e si lascia andare a un po’ di amarcord: ricorda, infatti, «di aver ricevuto in dono “un quattro anni fa” un orologio in oro appartenuto a Licio Gelli “con la cosa massonica”».
La tornata viene registrata dagli investigatori il 2 ottobre 2020. L’ospite non risparmia aneddoti agli astanti: parla dell’ascesa, grazie alla massoneria, «di un uomo che è della vostra città, un onorevole, che fu preso prima dalla cima dei capelli, portato a una… e poi portato al ruolo apicale di responsabilità politiche e partitiche in Italia». Per rappresentare la crescita del movimento, il Gran Maestro spiega di aver incontrato «un magistrato, due comandanti del Ros dei carabinieri e un direttore della Bnl» intenzionati ad aderire alla massoneria.
«Ci dobbiamo vedere per dare una mano a Marietto»
La politica resta sullo sfondo finché l’incappucciato con le parentele cerchiate in rosso dalla Dda non scende in campo «quando a essere candidato è un altro fratello appartenente alla medesima obbedienza». Quel fratello sarebbe, per gli investigatori, proprio Mario Cardia che, oltre che membro della loggia, «è stato tra i candidati alle elezioni amministrative» di Reggio Calabria del 20 e 21 settembre 2020 nella lista “S’Intesi” a sostegno di Giuseppe Falcomatà, divenuto sindaco in quella tornata elettorale.
Ora Cardia è un esponente della Lega e ha chiesto le dimissioni del primo cittadino, indagato in Ducale. Riguardo all’inchiesta, il Carroccio ha spiegato che nessun atto giudiziario è stato recapitato al consigliere che, in effetti, non viene neppure citato nell’ordinanza di custodia cautelare. Nell’atto che dispone la proroga delle indagini la sua posizione è quella di un politico in contatto con alcuni esponenti della loggia che, secondo il quadro descritto, si sarebbero dati da fare per sostenerlo.
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I carabinieri documentano l’attivismo del suo “fratello” a ridosso del voto: chiacchierate a scopo elettorale, un «con questa politica comunale come sei messo?» e il classico «ci dobbiamo vedere per dare una mano a Marietto». Una delle richieste arriva a un esponente del centrodestra per il quale il massone si era già speso in occasione delle Regionali del 2020 e che, pur non risultando tra gli eletti, aveva raccolto più di 2.800 preferenze.
Cardia è in campagna elettorale: stringe mani, distribuisce qualche fac simile e incontra il fratello massone in alcune circostanze. Il voto è un successo: diventa consigliere comunale con 1.215 preferenze. Il suo sponsor politico-massonico si vanta di quel risultato con uno dei proprio interlocutori: spiega «che Cardia aveva spaccato alle scorse elezioni anche grazie al suo sostegno elettorale quantificabile in circa 300 preferenze». Manca ancora il ballottaggio che incoronerà Falcomatà. Il primo sorvegliante della loggia è speranzoso e impaziente: «Ora mi sono seccato, ora voglio risposte, abbiamo finito di giocare… se vince Falcomatà Mario è assessore, a Mario gli deve dare l’assessorato per forza».
Il malcontento dei “fratelli” nei confronti di Cardia
Come a volte accade, all’entusiasmo della campagna elettorale segue una certa delusione. Dopo lo sforzo profuso, l’ex dipendente comunale racconta «di essersi irritato con Mario sottolineando di essersi esposto con l’intero gruppo della loro associazione, assumendo degli impegni e adesso alcuni di questi gli stavano facendo notare l’assenza» del consigliere appena eletto.
Il 4 novembre 2020 viene programmata una cena ristretta tra alcuni fratelli e nell’elenco c’è anche Cardia. L’attività investigativa continua e fa emergere, sempre dalle parole del massone intercettato, un certo malcontento del neo consigliere comunale (che in effetti è successivamente transitato nell’opposizione) per il sindaco Falcomatà.
Qualche mese dopo, nel luglio 2021, in una riunione della Camera di mezzo del tempio massonico, i fratelli discutono delle «criticità della loro officina». Uno dei presenti dà sfogo al proprio malcontento nei confronti del consigliere comunale e spiega che Mario Cardia «aveva sfruttato la loro officina per ottenere i voti, dopodiché aveva voltato le spalle a tutti» e si dice «certo che lo stesso, non avendo alcun potere politico, non avrebbe fatto favori a nessuno». È il preludio al probabile allontanamento di Cardia dall’officina, circostanza che viene citata in altri dialoghi.
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A Reggio per entrare in massoneria c’è la fila
Le tornate del tempio massonico continuano e le intercettazioni permettono di verificare il fermento attorno alla loggia: si lavora per «regolarizzare» una persona che lavora a stretto contatto con la politica, un professionista con incarichi in diversi Comuni e uno che collabora con il Tribunale di Reggio (per il quale viene chiesto un surplus di riservatezza). Tra gli aspiranti c’è anche un uomo che ha avuto incarichi politici in un Comune dell’hinterland reggino. Riguardo a quest’ultimo, però, c’è qualche dubbio: nel certificato dei carichi pendenti sarebbe comparsa una denuncia per costruzione abusiva.
L’idea di scendere in campo per le Regionali
Chiusa la parentesi delle Comunali, il massone finito nel mirino degli investigatori risente il Gran Maestro già ospitato nel tempio e questi gli propone «di fare qualcosa in vista delle prossime elezioni regionali». Ricorda anche che il loro «sistema» è «costituito da 24 logge». Grazie a questa rete, in passato, il Gran Maestro «aveva organizzato quattro cene facendo partecipare 40 fratelli per ognuna e consentendogli di far eleggere il sesto senatore in Calabria, in quota Forza Italia». Il Gran Maestro spiega poi «che il loro interesse era stato solo quello di inserire alcuni loro fratelli nella segreteria in Calabria». I due puntano a ottenere appuntamenti con esponenti di primo piano della Lega.
In ogni caso, l’idea che emerge è quella di supportare il centrodestra. Sostegno variabile a seconda della tornata elettorale: inutile impiccarsi alle ideologie. Certe idee sanno di stantio, sono destinate a tramontare. Meglio muoversi per rafforzare le colonne del tempio massonico: che si vada a destra, a sinistra o al centro cambia poco.