È legittimo il provvedimento con il quale nel luglio 2011 fu disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Marina di Gioiosa Ionica per ingerenza della criminalità organizzata. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dal presidente del Consiglio comunale, vicesindaco, assessori e consiglieri dell'allora sciolta amministrazione, insediatasi in seguito alle elezioni amministrative dell'aprile 2008. Il Tar ha evidenziato l'irrilevanza ai fini della sua decisione dell'esito dei giudizi penali nei quali, a partire dal 2010, sono risultati coinvolti l'allora sindaco della cittadina calabrese e alcuni degli amministratori comunali.

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"La ricostruzione delle vicende su cui sono fondati I provvedimenti impugnati, infatti - si legge nella sentenza del Tar - non risulta incentrata unicamente sul coinvolgimento di alcuni degli amministratori comunali nell'operazione di polizia, ma su un insieme di circostanze che, a prescindere dall'eventuale sussistenza di uno stabile inserimento nell'associazione mafiosa dei soggetti coinvolti, evidenziano una rete di rapporti stabili tra questi e gli appartenenti alla criminalità locale". Alla luce di tutte le considerazioni indicate, per i giudici amministrativi "il provvedimento di scioglimento deve ritenersi pienamente legittimo, nel rispetto dei principi affermati dalla giurisprudenza in materia, essendo stata correttamente evidenziata la presenza di contatti ripetuti e collegati alle scelte di gestione dell'amministrazione comunale degli organi di vertice politico-amministrativo con soggetti appartenenti alla criminalità locale, e l'inadeguatezza dello stesso vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di verifica nei confronti della burocrazia e dei gestori di pubblici servizi del Comune".