Era stato lo stesso soprintendente Mario Pagano due mesi fa con una nota protocollata e indirizzata al Ministero, ai funzionari archeologi e a tutti i tecnici di Cosenza, Catanzaro e Crotone a “bandire” l’archeologa Margherita Corrado a suo dire «incompatibile con qualsiasi lavoro, in quanto è in corso un procedimento penale presso la Procura di Torre Annunziata per diffamazione grave nei confronti del sottoscritto, soprintendente pro tempore di questo ufficio». Pertanto – si leggeva ancora nella “disposizione” - detta professionista, allo stato non può ricevere incarichi professionali che debbano essere conferiti o sottoposti a valutazione da questa Soprintendenza».

Marcia indietro del soprintedente

Con una nota indirizzata agli stessi destinatari oggi il dietrofront del dottor Pagano che ritira l’"editto" contro l’archeologa, spiegando che lo stesso provvedimento sarebbe stato emesso addirittura per favorire l’archeologa, «la nota - si legge - è stata emessa dallo scrivente a tutela della dott.ssa Margherita Corrado, al fine di esercitare il diritto di astenersi nei procedimenti in cui la stessa doveva essere valutata per incarichi fiduciari», gli stessi procedimenti intentati dal soprintendente.

 

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Ma considerando che – si legge ancora «l’Istituto diretto dallo scrivente non è stazione appaltante» gli incarichi ai quali la Corrado non poteva avere più accesso «erano relativi soltanto all’archeologia preventiva, e ad eventuali proposte di enti o privati, di incarichi di relazioni archeologiche preliminari e/o di assistenza scavi sottoposti a vincoli e/o a regolamenti urbanistici degli enti locali».

 

Tanta confusione e poca chiarezza dunque, la stessa confusione e la stessa poca chiarezza che il dott. Pagano ci riservò quando ripercorrendo la vicenda, raggiunto telefonicamente, rispose: «Questa intervista non la voglio rilasciare. Arrivederci».