La rappresentante del Governo ed esponente di Fratelli d’Italia condanna senza riserve l’iniziativa del Comune di Petilia Policastro: «La morte di quella mamma che sfidò la mafia e quella del suo assassino non sono uguali»
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Destra e sinistra uniti nel condannare l’iniziativa del Comune di Petilia Policastro che ieri ha fatto affiggere manifesti funebri in segno di cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo, uccisa, data alle fiamme e sciolta nell’acido nel novembre del 2009.
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Dopo la presa di posizione del Pd, a esprimere sconcerto è il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, esponente di Fdi: «L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro di partecipare a nome dell’Amministrazione comunale al lutto per la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo è inaccettabile. La mafia vive di simboli, e i manifesti funebri fatti affiggere dal sindaco rappresentano un inchino delle istituzioni alla memoria di Rosario Curcio, condannato all’ergastolo in via definitiva per aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Lea, punita per essersi ribellata ad un destino di ‘ndrangheta».
Una presa di posizione netta che mette in evidenza un paradosso insostenibile: «No, Lea Garofalo e l’uomo che bruciò il suo corpo per farlo sparire non sono uguali, neppure davanti alla morte. Chi rappresenta le istituzioni deve scegliere sempre da quale parte stare. Il sindaco ha mostrato di scegliere la parte sbagliata».