Ad annunciarlo i sindacati in una lettera indirizzata alla Commissione garanzia degli scioperi e al prefetto di Reggio Calabria
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I sindacati proclamano lo stato di agitazione del personale dipendente di Villa Aurora e lo fanno attraverso una lettera indirizzata alla commissione garanzia degli scioperi e al prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. Cgil, Cisl, Cimop, Confintesa e Sul Calabria denunciano che il 23 marzo scorso hanno chiesto alla casa di cura di avere la necessaria documentazione per un proficuo confronto in merito alla dotazione organica, al piano aziendale e alle ipotesi organizzative aziendali in relazione alle norme per l’accreditamento presso la Regione Calabria.
Successivamente, ossia il 29 aprile e il 20 maggio, si sono svolte due riunioni, convocate dall’ispettorato territoriale del lavoro di Reggio Calabria che davano, la prima esito interlocutorio, la seconda esito negativo. Nonostante tutto i sindacati continuavano nella loro attività in sede aziendale e di ricerca di confronto con l’azienda con lo scopo di modificare le violazioni del contratto collettivo delle leggi di settore e delle norme per l’accreditamento ed il riconoscimento della convenzione con la Regione Calabria.
«Preso atto del fallimento di ogni linea di dialogo - scrivono le sigle in una nota stampa- dichiariamo lo stato d’agitazione perché il personale è carente ed al di sotto delle disposizioni per l’accreditamento presso la Regione Calabria. Ciò espone a maggiore stress lavorativo i dipendenti e mette a rischio la tempestività delle terapie e degli interventi medici, infermieristici ed assistenziali. Inoltre, continuano, i turni lavorativi sono redatti settimanalmente e non sono tempestivamente comunicati o esposti in luogo visibile, causando possibili disservizi e difficoltà nell’organizzazione della vita privata dei dipendenti. Le turnazioni notturne sono disfunzionali - chiosano i sindacati- perché non coprono i servizi su intere aree per il mancato utilizzo del personale (medico, infermieristico e ausiliario) previsto ed indispensabile. È costante ed ingiustificata l’assenza della seconda unità infermieristica nel turno di notte. Non viene regolarmente garantita la presenza del personale medico ed ausiliario in tutti i turni. Infine non si regolamenta la reperibilità del personale medico ed infermieristico».
Le sigle, poi, denunciano che sarebbe stata applicata illecitamente la riduzione oraria senza accordo con i dipendenti interessati e con «evidenti discriminazioni fra dipendenti nell’attribuzione unilaterale del part-time». Anche sul fronte dei pagamenti, e delle spettanze arretrate, i dipendenti sarebbero fortemente penalizzati.
«Nelle buste paga, è riportato sempre nel comunicato stampa, le trattenute sono indecifrabili, sono applicate aliquote fiscali non congrue e suscettibili di pesanti conguagli a sfavore dei dipendenti in sede di conguaglio o di 730, non contengono ogni voce contrattuale riconosciuta. Inoltre, non tutta la retribuzione è soggetta a trattenute previdenziali. I pagamenti poi, avvengono in ritardo, non per bonifico, con uno slittamento ulteriore dei tempi per ottenere l’effettiva disponibilità dello stipendio. Alcune indennità, come ad esempio l’indennità di reperibilità, sono liquidate in maniera forfettaria e non in relazione al servizio effettivamente prestato».
Problematiche che non riguardano sono la sfera economica del lavoratore, ma anche le condizioni di sicurezza in cui opera. «Il responsabile per la sicurezza aziendale non ha ancora provveduto, nonostante costanti solleciti, puntualizzano i sindacati, a rimuovere lo sbarramento della porta posteriore d’uscita e il blocco delle uscite con maniglia antipanico, risultando così come unica uscita praticabile, in caso d’emergenza, quella costituita dall’entrata principale della struttura. Inoltre, il luogo statico sicuro è stato indebitamente convertito in sala d’attesa. Le condizioni di lavoro sono particolarmente disagiate perché la clinica non risulta sufficientemente illuminata e non viene assicurata la giusta climatizzazione caldo-freddo con evidente nocumento per i dipendenti e per i pazienti. Infine, i cambi di mansione, non discussi né concordati con le organizzazioni sindacali, non sono stati accompagnati da apposita formazione e da informazione al personale».
Ed è per questo che i sindacati, all’esito dell’assemblea dei dipendenti della casa di cura Villa Aurora, hanno deciso di proclamare lo stato d’agitazione e, in caso di una procedura di raffreddamento che non vada a buon fine, «di mettere in atto tutte le iniziative sindacali che si riterranno congeniali alla difesa dei diritti dei dipendenti della struttura».