L’amministrazione Limardo imputa il buco milionario al mancato recupero da parte di Equitalia di imposte comunali e multe non pagate. Il precedente di Ciampino che davanti ai giudici la spuntò (ASCOLTA L'AUDIO)
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All’appello mancano oltre 43 milioni di euro, buco che il Comune di Vibo Valentia imputa alla mancata riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate, nei confronti della quale ha deciso di adire le vie legali.
Il Comune contro Equitalia
È per certi versi clamorosa l’azione che l’Amministrazione Limardo ha deciso di promuovere nei confronti di Equitalia Sud Spa, a cui il Comune aveva affidato, nel marzo del 2012, il servizio di riscossione volontaria e coattiva dell'entrate comunali. In altre parole, la società a totale controllo pubblico (che nel 2017 è stata sciolta, con il subentro dell’Agenzia delle Entrate in tutti i rapporti giuridici) avrebbe dovuto recuperare le somme afferenti i tributi locali non pagati, le entrate patrimoniali dell'Ente, gli oneri di urbanizzazione e le contravvenzioni al codice della strada. Ma, a quanto pare, non l’avrebbe fatto.
Tasse non riscosse
«Nei mesi scorsi – si legge in una nota - a seguito dell’insediamento dell’amministrazione Limardo, si sono tenute diverse riunioni presso la Sala Giunta del Comune di Vibo Valentia tra l'Ufficio Tributi e l'Agenzia delle Entrate – Riscossione avente ad oggetto la situazione aggiornata sull'andamento della notifica dei ruoli, sull'attività svolta sulle posizioni già notificate e sugli interventi su posizioni specifiche segnalati dall'Ente. In queste riunioni è emerso che per gli anni 2015-2019 il quantitativo delle cartelle risultava esiguo e, al contempo, l'Ente Riscossione non dava concreto riscontro circa la mancata riscossione di tutti i ruoli trasmessi dal Comune di Vibo Valentia. Risulta agli atti dell'Ufficio Tributi che l'Agenzia delle Entrate non ha riscosso, ad oggi, ruoli pari ad euro 43.231.135,81 relativi, tra gli altri, a tributi locali, entrate patrimoniali dell'Ente, oneri di urbanizzazione e contravvenzioni al Codice della strada».
Come abbia fatto la vecchia amministrazione, quella guidata nel periodo di riferimento da Elio Costa, a perdere completamente di vista un "credito" complessivo di 43 milioni di euro, è tutto da capire. Ma tant'è, almeno secondo chi oggi guida il Comune.
Il caso di Ciampino
Da qui la decisione di fare causa all’Agenzia dell’Entrate, che nel frattempo è subentrata a tutte le società del gruppo Equitalia. Una iniziativa che sembra avere un unico precedente: la stessa azione promossa dal Comune di Ciampino nei primi anni ’10 direttamente contro Equitalia, che allora non era stata ancora sciolta. Nel 2015 - come riporta il Quotidiano della Pa - la tesi venne accolta in primo grado dalla Corte dei Conti, con la sentenza n. 255 del 6 maggio, che condannò Equitalia Sud S.p.A. al pagamento in favore del Comune di Ciampino di oltre 12 milioni di euro, sollecitando allo stesso tempo la Procura a valutare ulteriori ipotesi di sussistenza di danni da disservizio. Equitalia ricorse in appello, ma nel 2018 arrivò la batosta definitiva, con la condanna della società pubblica a pagare al comune di Ciampino l'importo di 9 milioni e 800mila euro.
Su questo precedente si muove ora l’Amministrazione comunale di Vibo, sottolineando che «nel frattempo, diversi contribuenti hanno agito nei confronti dell'Ente riscossore nonché nei confronti del Comune di Vibo Valentia con azioni giudiziarie che si sono concluse con la condanna dell'Ente per motivi procedurali e/o intervenuta prescrizione da addebitare esclusivamente all'operato dell'Agenzia delle Entrate – Riscossione».
Quindi, la decisione di agire nei confronti del soggetto riscossore «nelle sedi opportune per una piena tutela dei diritti e della posizione del Comune di Vibo Valentia», affidando l’incarico di rappresentanza legale all’avvocato Maristella Paolì, dell’Ufficio di Avvocatura comunale.