VIDEO | Disperati i familiari dei bambini che sarebbero stati vessati da una maestra e una bidella in un istituto di Lamezia. La docente sottoposta agli arresti domiciliari si dice tranquilla
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«Sono serena perché i bambini vengono a scuola serenamente». Così Rosa Coccimiglio, l’insegnante di Lamezia Terme, ai domiciliari da sabato scorso, insieme alla collaboratrice scolastica Maria Pulice, con l’accusa di maltrattamenti sui bimbi della scuola dell’Infanzia Saverio Gatti, dice ai nostri microfoni uscendo dal Tribunale di Lamezia Terme.
Coccimiglio, affiancata dai legali Salvatore Cerra e Rosella Bonaddio, e Pulice, con l’avvocato Antonio Larussa, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. A non darsi pace sono i genitori dei piccoli. Come la mamma e il papà della bimba del video diffuso dalla Polizia di Stato. Tra le lacrime la madre ci dice che già sospettava qualcosa, ma che quanto visto l’ha profondamente turbata e che non lo augura a nessuno.
Un’altra madre ci racconta invece che entrambi i suoi figli sarebbero stati vessati dall’insegnante e non sarebbero stati difesi dalla collaboratrice scolastica nonostante intercorressero legami di parentela. I piccoli si sarebbero aperti e avrebbero confidato alla mamma quanto gli accadeva solo dopo gli arresti: «Venivano tenuti senza mangiare e sotto il sole, costretti a mangiare il loro stesso vomito». Accuse importanti che ora starà alle indagini e alla magistratura verificare.
Le indagini sono partite dopo la segnalazione di due madri che hanno raccontato alla polizia alcune anomalie nel comportamento dei figli. Grazie anche al posizionamento di alcune telecamere e di intercettazioni ambientali i poliziotti dell'Ufficio Anticrimine hanno ripreso i piccoli alunni, spiega una nota della Questura, mentre, per lunghi periodi di tempo, spesso superiori ai trenta minuti ed anche più volte nell'arco della stessa mattinata, venivano costretti a rimanere immobili, seduti su una panca, mentre la maestra gli urlava contro o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra, in modo che, spaventati, non osassero muoversi.