Iniziano ad arrivare le prime pronunce giudiziarie per “Malasanitas”, l’inchiesta che ha svelato i presunti orrori agli ospedali “Riuniti” di Reggio Calabria, nel reparto di Ginecologia.

 

Il giudice monocratico del Tribunale reggino, infatti, ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione tre operatori sanitari coinvolti nel decesso di Domenico Opinato. Si tratta dell’ex primario Pasquale Vadalà, del medico di turno quel terribile giorno, Daniela Manuzio, e dell’ostetrica Giovanna Tamiro. Accolte in pieno, dunque, le richieste del pm Roberto Di Palma che aveva invocato delle severe condanne.

Le cause della morte

Il piccolo Domenico, come si ricorderà, era deceduto al momento della nascita. Secondo l’accusa il fatto sarebbe da addebitare al rifiuto dei medici di effettuare il parto cesareo. I tre imputati rispondono, a vario titolo, di omicidio colposo e falso ideologico. A trascinare sul banco degli imputati i sanitari reggini sono stati i genitori di Domenico, che non si sono mai rassegnati ad una morte assurda, per come è maturata.

La vicenda complessa

Al centro del processo s’inserisce la perizia che il consulente tecnico ha prodotto e che ha permesso di comprendere come siano andati i fatti. Da una parte, dunque, i genitori a sostenere con forza le anomalie rilevate quella drammatica giornata; dall’altra i medici, con i loro difensori, a rivendicare la correttezza dell’operato. Il giudice di primo grado ha dato ragione all’accusa, condannando i due medici e l’ostetrica.

 

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Come dicevamo, dunque, trattasi di una prima pronuncia che concerne gli episodi confluiti nell’inchiesta “Malasanitas”, un procedimento il cui filone principale sta prendendo avvio nelle aule di giustizia del Cedir e che certamente desterà particolare attenzione per i fatti oggetto del processo.

 

Consolato Minniti