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Più di otto ore davanti ai giudici, assieme al cugino avvocato Giovanni De Stefano, per spiegare la propria posizione, analizzare nel dettaglio tutti i particolari delle cartelle cliniche che è accusato di aver falsificato. È comparso ieri davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia l'ex primario facente funzioni del reparto di ginecologia dell'azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria, Alessandro Tripodi, uno dei quattro medici finiti ai domiciliari nell'operazione della Guardia di finanza "Mala sanitas". Alti tre degli 11 sanitari indagati, Pasquale Vadalà, Filippo Luigi Saccà e Daniela Manuzio, si erano invece avvalsi della facoltà di non rispondere. I medici coinvolti devono spiegare una serie di episodi di presunta malasanità che sarebbero poi stati insabbiati, coperti alterando le cartelle cliniche dei pazienti. Tripodi, inoltre, è chiamato a rispondere di un'altra accusa: quella secondo la quale, in concorso con i colleghi Saccà e Manuzio, avrebbe interrotto volontariamente la difficile gravidanza della propria sorella quarantenne all'insaputa della stessa donna.