E' stato rinviato al 19 gennaio 2017 il processo a carico di medici ed infermieri dell'azienda Ospedaliera "Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria, accusati di avere alterato le cartelle cliniche di numerose pazienti del reparto di ginecologia e arrecato gravi lesioni a pazienti e neonati.   

 

Il Tribunale di Reggio Calabria, in composizione collegiale, presieduto da Domenico Armoleo, ha ammesso la costituzione di parte civile dell'amministrazione provinciale reggina e di alcuni familiari delle vittime dei presunti casi di malasanità. Il processo che vede alla sbarra l'ex primario di Ginecologia, Pasquale Vadalà, il facente funzioni dello stesso reparto, Alessandro Tripodi, anestesisti ed infermieri, era scaturito dalla denunce di alcune partorienti e delle loro famiglie a seguito di alcuni decessi sospetti. La pubblica accusa è rappresentata dal Procuratore aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto Anna Maria Frustaci.   

 

Oltre all'ex primario Pasquale Vadalà e l'ex facente funzioni Alessandro Tripodi, saranno processati i ginecologi Filippo Saccà, Daniela Manunzio, Antonella Musella e Roberto Rosario Pennisi, la neonatologa Mariella Maio, gli anestesisti Luigi Grasso e Annibale Musitano.   

 

Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di falso ideologico e materiale, soppressione e occultamento di atti e di interruzione di gravidanza senza il consenso di una donna. Nel corso dell'operazione "Mala sanitas", nell'aprile scorso, quattro medici furono arrestati e posti ai domiciliari ed altri sei ed una ostetrica furono sospesi dalla professione medica. Altri due medici non erano più in servizio nell'ospedale.