Contestata l’associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione. Appalti al ribasso e impianti in sofferenza. Un dipendente minacciato perché ritirasse una denuncia
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Associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono queste le accuse contestate, a vario titolo, a 29 persone e cinque società, nell’ambito dell’inchiesta Scirocco incentrata sull’illecita gestione di depuratori dislocato sull’intero territorio regionale. Al centro dell’indagine ci sono le società del gruppo Minieri – amministrate da Mario Minieri e dai figli Giuseppe e Saverio Minieri – che avevano in appalto la gestione dei depuratori.
La connivenza dei pubblici funzionari
L’accusa sostiene che avrebbero vinto le gare d’appalto grazie a ribassi consistenti per poi non adempiere agli obblighi contrattuali. Il risultato, dicono gli inquirenti, sono state mancate manutenzioni agli impianti, gestione illecita nello smaltimento dei fanghi, liquami che confluivano nei corsi d’acqua e nel mare.
Implicati in questa indagine vi sono sia dipendenti impiegati nei vari impianti di depurazione che pubblici funzionari, responsabili dell’ufficio tecnico nei comuni di Belvedere Marittimo (Paola Di Stio, Pasqualino Calabrese, Raffaele Rosignuolo) e Falconara Albanese (Rosario Sessa). Sono accusati, insieme a Mario Minieri, di avere commesso frode nell’esecuzione del contratti di affidamento del servizio di gestione dei depuratori, liquidando somme per prestazioni che risultavano, per contratto, a carico della società da rappresentata da Minieri.
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La tentata estorsione
Inoltre Mario Minieri è accusato anche di una tentata estorsione ai danni di un dipendente del depuratore di Cirò Marina che avrebbe cercato di far desistere dall’intraprendere azioni sindacali, volte a ottenere le spettanze stipendiali, attraverso due soggetti che avrebbero minacciato di minare l’incolumità del dipendente se non avesse ritirato la denuncia sporta.
Gli indagati
Il procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla e i pubblici ministeri della Dda di Catanzaro, Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma, hanno chiuso il cerchio e notificato quest’oggi la chiusura indagini a Tommaso Agretto, Davide Bartucca, Giuseppe Bongarzone, Pasqualino Calabrese, Andrea Cannistrà, Ion Ciobanu, Giuseppe Dardano, Paola Di Stio, Giuseppe Lagrotteria, Ernesto Lento, Giuseppe Minieri, Mario Minieri, Saverio Minieri, Daniele Nisticò, Vincenzo Papalia, Giovanni Passafaro, Giuseppe Passafaro, Francesco Pungitore, Domenico Rosariano, Raffaele Rosignuolo, Gioacchino Rutigliano, Ilario Serianni, Rosario Sessa, Andrea Talarico, Rosario Talarico, Vincenzo Ruggero Talarico, Francesco Trapasso, Giuseppe Donatello Valentino, Antonietta Vescio Campisano, Costruzioni Bova srl, G&D Ecologica spa, Minieri Holding srl, Minieri King Elettrica srl, Minieri Ecologistica srl.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giovanni Merante, Antonio Lomonaco, Natalino Pileggi, Maria Donato, Sergio Lucisano, Roberto Le Pera, Alessandra Coppolino, Francesco Iacopino, Fabrizio Costarella, Ottavio Porto, Francesco Schimio, Aldo Casalinuovo, Gregorio Viscomi, Antonio Larussa.