«Piena fiducia nel lavoro della magistratura. Adesso stiamo lavorando con i nostri tecnici per verificare quelle che sono le contestazioni nella piena consapevolezza dell’inversione di tendenza che questa amministrazione ha dato, nel momento della sua sul tema della depurazione». Così il sindaco della città metropolitana  Giuseppe Falcomatà che ai nostri microfoni rompe il silenzio dopo la maxi inchiesta della procura Reggina denominata “mala depurazione” che nei giorni scorsi ha visto recapitargli un avviso di garanzia per la cattiva gestione degli impianti di depurazione cittadini.

 

Oltre a Falcomatà sono indagate altre 52 persone tra questi alcuni dei prefetti delle terne commissariali che hanno gestito la città all’epoca dello scioglimento per infiltrazioni mafiosa, l’ex primo cittadino Demetrio Arena e l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa, più tutti i sindaci e i prefetti che dal 2011 ad oggi hanno avuto competenze di gestione e controllo sugli impianti oggetto dell’indagine. In tutto sono stati 14 i depuratori sequestrati e ben sei sul territorio di competenza di Palazzo San Giorgio.

 

Il primo cittadino Falcomatà quindi ribadisce la fiducia nel lavoro degli organi inquirenti e aggiunge che  «la sua iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto. L’indagine risale al 2011. Dobbiamo capire ancora noi come evolverà la situazione e di conseguenza la nostra tranquillità cerchiamo di trasmetterla anche ai nostri concittadini»