Nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale” che ha smascherato l’organizzazione criminale con a capo Massimo Carminati e che aveva come business principale la gestione dei campi di accoglienza per migranti. Il nuovo blitz dei carabinieri è scattato all’alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna ed ha portato in carcere 44 persone, tutte accusate a vario titolo di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro.

 

Dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma Flavia Costantini su richiesta de procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, emergono nuovi particolari riguardo i collegamenti della cupola romana con le famiglie di ‘ndrangheta calabresi.

 

In particolare secondo gli inquirenti viene confermata «l'esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali».

 

Nell’ordinanza si legge che «un ulteriore tassello idoneo a corroborare il rapporto di reciproco riconoscimento e di "interscambio" tra le due organizzazioni criminali è costituito dai riscontri intercettivi effettuati in occasione delle elezioni del Parlamento Europeo 2014, che hanno visto il politico Giovanni Alemanno , candidato nella lista "Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale", nella circoscrizione Sud».

 

«A fronte di una richiesta di sostegno da parte di Alemanno, sin dalla fine del mese di marzo 2014, in vista delle elezioni europee del 25 maggio 2014, Salvatore Buzzi aveva espressamente richiesto, per il tramite di Giovanni Campennì, appoggio all'organizzazione criminale calabrese per procurare i necessari consensi in occasione della campagna elettorale dell'ex sindaco di Roma». La telefonata in cui Buzzi chiedeva espressamente a Campennì il consenso elettorale per Gianni Alemanno è stata intercettata dagli investigatori "qua ... la famiglia è grande .... un voto gli si da ....” risponde Campennì . Quest'ultimo si sarebbe mosso per ottenere il sostegno alla candidatura anche con gli uomini della cosca 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi.