Sarebbero rimaste esposte all’acqua e al vento da almeno due anni. La scoperta della polizia municipale. Sull’accaduto ha aperto un’indagine la Procura
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Arriva l’ennesima conferma sul fatto che nel cimitero di Vibo Valentia per anni ed anni ha regnato la “legge di nessuno” o dei clan se si preferisce, alla luce delle risultanze investigative di Rinascita Scott.
La polizia municipale, guidata da Michele Bruzzese, ha infatti rinvenuto alcuni resti (ossa e cranio) di defunti – presumibilmente ragazzi di giovane età – sopra una cappella. Da una prima ispezione sulla ossa rinvenute, le stesse sarebbero rimaste esposte all’acqua e al vento da almeno due anni, segno che qualcuno le ha tolte da qualche bara o da qualche cappella profanata gettandole poi alla rinfusa sul tetto di altra cappella nella zona centrale del cimitero. La polizia municipale ha segnalato l’accaduto alla Procura di Vibo Valentia per le opportune indagini. Non è la prima volta che all’interno del cimitero di Vibo vengono rinvenuti resti di defunti e bare profanate. Non è un mistero che negli anni al cimitero di Vibo sia avvenuta una vera e propria compravendita in nero di cappelle, con un business in mano alla criminalità organizzata.