Annullamento con rinvio. È questa la decisione della Corte di Cassazione nei confronti di Domenico Condemi, accusato dell’omicidio di Marco Puntorieri. “Doddy”, ritenuto elemento di spicco dei clan operanti nel quartiere di San Giorgio Extra, a Reggio Calabria, era stato condannato alla pena dell’ergastolo assieme a Domenico Ventura e Natale Cuzzola. I giudici di primo e secondo grado avevano ritenuto fondati gli elementi a carico dei tre. Ma ieri la Cassazione, pur confermando il carcere a vita per Ventura e Cuzzola, ha invece disposto che vi sia un nuovo processo d’Appello per Condemi. L’uomo, tra l’altro, si è dichiarato sempre innocente rispetto ad un fatto di sangue che scosse l’intera città di Reggio Calabria.

 

Marco Puntorieri scompare all’improvviso nel settembre 2011. Di lui non si ha più alcuna traccia per giorni. Solo diverse settimane dopo, nella zona collinare di Armo, vicino ad un rudere, vengono trovati dei resti. Solo piccoli frammenti che, però, permettono di capire che Puntorieri è stato ucciso da qualcuno che ne ha fatto sparire il corpo. Le indagini sono affidate ai carabinieri, con il coordinamento del sostituto procuratore della Dda, Stefano Musolino. Alla stazione “Rione Modena”, dopo qualche tempo, viene fatta recapitare una pen-drive, con all’interno un file video che immortala gli ultimi istanti di vita di Puntorieri. Si sente in modo nitido il colpo di fucile che uccide il giovane e poi viene anche ripreso un uomo che lascia la zona a bordo di un furgone. Quell’uomo è Domenico Ventura, che viene arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio. Ma gli inquirenti non si accontentano. Alcune intercettazioni riguardanti la cosca di San Giorgio svelano come l’omicidio viene preparato con cura e anticipo, con tanto di sopralluogo sulla scena del crimine. È qui che entrano in gioco anche Natale Cuzzola e Doddy Condemi. Perché secondo gli investigatori ci sono anche loro a bordo di quell’auto. Una tesi che Condemi respinge sempre con forza e a più riprese.

 

Intanto s’infittisce il mistero su chi possa aver inviato quei filmati ai carabinieri. Solo più tardi, la Procura arriva a capire che quello che ha registrato tutto non è un amico di Puntorieri, arrivato sul posto per dare una mano al giovane, ma una persona che sa cosa sta per accadere.

 

Viene fuori come la vittima è convinta ad accettare l’idea di dover compiere un omicidio e si lascia portare sino al casolare dove trova la morte per mano di quello che doveva essere un suo amico. I colpi di scena non finiscono qui: i carabinieri scoprono che quel video è fatto in modo da riprendere solo Ventura e non altre persone presenti. Perché? Si profila sempre più una sorta di "tragedia” in seno alla cosca Libri: quel video serve incastrare Ventura e non tutti gli altri. Una sorta di agnello sacrificale, da giocarsi per una “giusta causa”. L’autore di quelle riprese è identificato in Edoardo Mangiola fermato e poi subito scarcerato per carenza d’indizi.

 

L’aspetto interessante però deve ancora arrivare. Perché se con la sentenza di primo grado si mette un primo mattone giudiziario, in Appello, pur rimanendo intonsa la responsabilità degli imputati, viene escluso il movente mafioso, additato come pura illazione, supposizione o intuizione. Allora Perché Puntorieri è ucciso? La Cassazione decide che, se per un verso sono da confermare gli ergastoli a Ventura e Cuzzola, così non è per Doddy Condemi. Ci sono dei dubbi e vanno approfonditi. Lo faranno i giudici della Corte d’Assise d’Appello. 

 

Consolato Minniti