Nino Candido rientra nella sua Reggio Calabria. Non abbracci, non sorrisi, non gioia. Nino rientra in una bara avvolta dal tricolore. Il tricolore di una patria che ha onorato fino alla fine quando lunedì scorso in una maledetta esplosione ha perso la vita indossando quella divisa per la quale aveva un amore incondizionato. Nino sin da piccolo desiderava infatti entrare nel Corpo dei vigili del fuoco proprio come il suo papà Angelo. Un sogno che si avvera prima da volontario, poi con l'entrata effettiva appena due anni fa.
Commozione e dolore hanno accompagnato l'arrivo del feretro all'aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, nella città natale del giovane 32enne dove, domani alle ore 14, si svolgeranno i funerali. Ad attenderlo le forze dell'ordine schierate, polizia, guardia di finanza, carabinieri, tutti i vigili del fuoco del comando provinciale, il sindaco Giuseppe Falcomatà, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto oltre a parenti e amici.
Questa mattina invece nel duomo di Alessandria sono stati celebrati i funerali di Stato alla presenza delle massime autorità politiche e religiose. Una cerimonia commossa e solenne che ha visto la partecipazione di migliaia di persone durante la quale proprio la madre di Antonino ha chiesto al premier Conte giustizia per il figlio e per altre due vittime  dell'esplosione che ha distrutto una cascina, Marco Triches e Matteo Gastaldo. «Dovete beccarli» - le disperate parole che la donna in lacrime ha rivolto al presidente del Consiglio.

 

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