«Bisogna avere il coraggio di guardare sempre a chi sta peggio di noi». Lo ha detto il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano, parlando a un dibattito con alcuni studenti liceali di Catanzaro. Rispondendo a una domanda su come sta vivendo questo periodo della sua vita, Lucano, ancora in regime di divieto di dimora nel suo comune, ha detto: «Da un punto di vista dell'animo è un peso. Sono andato in un paese vicino a Riace, Caulonia: un mio amico mi ha prestato una sua casa che utilizza solo per l'estate. Per il resto, mi muovo in continuazione: non mi sono fermato nemmeno un giorno, sono andato - ha sostenuto il sindaco di Riace - a Milano, Torino, Roma, Firenze, Pistoia, Udine, Palermo, qualche posto dove sono andato l'ho pure dimenticato. Mi porto dietro la bellezza di raccontare la mia terra, che non è solo mafia: penso che la piccola Riace abbia trasmesso della Calabria un grande messaggio di umanità al mondo. Sto vivendo questo momento però anche con la consapevolezza - non è affatto un luogo comune - che bisogna avere il coraggio di guardare sempre a chi sta peggio di noi, e poi - ha concluso Lucano - vedi che è tutto più facile».


Sul tema dell’accoglienza ha poi evidenziato che «mai come questa volta ci troviamo davanti a un bivio così netto: restare umani o andare verso la società della barbarie, dell'odio e del razzismo. Riace - ha proseguito - altera e sconvolge l'equazione, propagandata dalla Lega, immigrazione e accoglienza uguale paura uguale invasione uguale emergenza, per questo è contrastata da organizzazioni politiche che hanno costruito le loro fortune politiche ed elettorali sull'odio e sulla chiusura dei rapporti umani. Inizialmente c'era la Lega Nord, poi è diventata un partito nazionalista e oggi - ha sostenuto Lucano - si chiama solo Lega e fonda la sua ideologia sempre sull'odio, prima contro i meridionali poi contro gli extracomunitari. Come si può pensare di avere ruoli, anche politici, avendo queste idee e costruendo il proprio agire conto qualcuno? Questo non è giusto». Lucano ha, inoltre, ribadito le sue critiche al Decreto Sicurezza, definendola «la legge di Salvini, che è il decreto della disumanità».