Un "attacco globale” alla 'ndrangheta, che non è più un fenomeno «folcloristico e rurale italiano» ma una minaccia mondiale. È l'ambizioso obiettivo del 'I-Can' (Interpol cooperation against 'ndragheta), il primo progetto dell'Interpol per la lotta alle cosche, che è stato finanziato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza.

 

Il progetto - che prevede una più incisiva lotta a livello mondiale per la cattura dei latitanti e il sequestro dei beni nonché la realizzazione di un software per analizzare preventivamente i segnali di presenza delle cosche e anticipare così le mosse - sarà illustrato giovedì prossimo in prefettura a Reggio Calabria dal segretario generale dell'Interpol Jurgen Stock e dal direttore della Criminalpol e vice capo della Polizia Vittorio Rizzi.

 

Presente in 32 Paesi di cui 17 europei, la 'ndrangheta, sottolinea il Dipartimento, «è il principale broker del mercato mondiale degli stupefacenti ed è al passo con i tempi nell'utilizzo dei social e dagli spazi offerti dal web per la realizzazione di commerci illeciti». Nel corso dell'incontro verranno forniti i dati sui latitanti più pericolosi di 'ndrangheta e il valore dei beni sequestrati alle cosche negli ultimi 10 anni.