In attesa dell’ospedale da campo annunciato dal governatore facente funzione Nino Spirlì, al nosocomio di Locri i problemi sono quelli di sempre, tra carenza di personale e posti letto che non sempre bastano per tutti.

L’unica novità rispetto alla prima ondata di Coronavirus riguarda l’attivazione dei test antigenici, che consentono una rapida individuazione del virus con un’attendibilità del 95%. «Ci stanno dando ottimi risultati – spiega il dirigente del laboratorio analisi Girolamo Monteleone – qui in ospedale abbiamo trovato tanti casi e grazie a questo macchinario siamo riusciti a tamponare tutti i dipendenti e i ricoverati, con risultati sovrapponibili a quelli di un tampone molecolare. Senza questi tamponi rapidi avremmo avuto gran parte dell’ospedale infetto».

 

Qualche giorno prima che scoppiasse la bufera, l’ex commissario Cotticelli aveva chiesto l’autorizzazione presso la struttura di contrada Verga per processare anche i tamponi molecolari. Una richiesta rimasta al momento inevasa. «Noi siamo pronti – ha ammesso Monteleone - ma non so che tempi ci saranno».

Carenza di personale

L’Asp reggina ha pubblicato soltanto il 12 novembre una manifestazione d’interesse per assumere medici e infermieri. Se e quando avverrà tutto ciò non è dato saperlo. Ad avere tuttavia un quadro chiaro di cosa manca e dove manca è la segreteria provinciale della Uil-Fpl. «Qui a Locri non è mai stato applicato il turnover – osserva il sindacalista Firmo Micheli - Su 16 strutture complesse abbiamo solo i primari di Cardiologia, Neurologia, Psichiatria e Pneumologia. Il resto sono solo persone incaricate. Mancano 97 medici, 115 infermieri e 67 operatori sanitari. Cotticelli ormai è il passato e non può essere l’alibi di tutti. L’ospedale da campo? Ben venga, ma senza personale non si va da nessuna parte. La politica deve stare unita per risolvere i problemi».

 

A chiedere e auspicare rinforzi è anche il direttore sanitario Domenico Fortugno. «Siamo una regione sotto piano di rientro – ha detto -So che l’Asp si sta impegnando a reclutare medici, infermieristici e oss per superare questa fase critica. Mi auguro siano assunte al più presto non solo per l’emergenza Covid ma per fronteggiare anche le altre patologie e dare più dignità a questo ospedale».

Tra i pochi assunti, seppur con contratto a tempo determinato, c’è Biagio, giovane biologo in un ospedale di frontiera. «La pandemia è arrivata anche qui da noi e come numero di contagi abbiamo numeri elevati – racconta - Da parte nostra speriamo di rendere un servizio utile, ma è importante aumentare il sistema di tracciamento per tenere sotto controllo la situazione».