Il delitto avvenuto il 23 novembre del 2020, nel giorno contro la violenza sulle donne. L'uomo ha massacrato la donna e poi occultato il cadavere. I familiari: «Delusi, ci aspettavamo l'ergastolo»
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È stato condannato a 25 anni di reclusione Sergio Giana, accusato dell'omicidio di Loredana Scalone avvenuto il 23 novembre del 2020 a Stalettì, in provincia di Catanzaro. L'uomo era legato da una relazione affettiva a Loredana, uccisa con 28 coltellate nella giornata contro la violenza sulle donne.
Omicidio Scalone | Uccisa con 28 coltellate a Stalettì, i familiari: «Riaprire le indagini per cercare eventuali complici»
Secondo la Procura di Catanzaro, Sergio Giana avrebbe chiesto alla donna un appuntamento al quale sarebbe arrivato armato di un coltello da cucina. Dopo averla attesa si sarebbero recati insieme al lido La Scogliera di Pietragrande, dove si sarebbe consumato l'omicidio. Ventotto coltellate al collo, al capo, al torace e al dorso, Sergio Giana avrebbe poi occultato il cadavere in una insenatura tra gli scogli a ridosso della baia di Pietragrande tornando per ben due volte sul luogo del delitto per ripulire le macchie di sangue e cospargere il corpo di una sostanza allo scopo di renderlo meno visibile.
La Procura di Catanzaro aveva chiesto per l'uomo l'ergastolo (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Maiolo Staiano e Marta Staiano). La Corte d'Assise di Catanzaro lo ha invece condannato a 25 anni di reclusione. Le parti civili sono rappresentate dall'avvocato Arturo Bova.
La delusione dei familiari della vittima
«Siamo rimasti delusi perché in questi tre anni abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura» ha dichiarato la sorella della vittima, Giulia Scalone, dopo la sentenza. «Speravamo davvero che la pena richiesta dal pm, dell’ergastolo e che ci sembrava la più giusta, potesse essere inflitta all’imputato. Ciò non toglie che continueremo a lottare ed avere ancora maggiore fiducia nella magistratura. Vorrei ringraziare il lavoro svolto dall’ufficio di procura e soprattutto e devo ringraziare il mio avvocato, Arturo Bova, che fin da subito ci ha sostenuti, lottando con noi affinché Loredana potesse avere giustizia. Noi speriamo che arrivi la pena dell’ergastolo perché una donna come Loredana, una mamma, una sorella e una donna piena di vita è stata tolta a noi in un modo così barbaro. Non è giusto che un mostro abbia avuto solo 25 anni in questo primo grado di giustizia».