«Ho smesso di tacere. Io non sono carne». La voce ferma, una mano alzata in segno di "stop". Loredana Bertè lo ha urlato dal palmo di Palmi, dove si è tenuto il suo concerto in occasione dei festeggiamenti della Varia. Ha urlato la sua solidarietà alle donne vittime di violenza, raccontando anche la sua dolorosa esperienza

«Io stessa sono stata vittima di un bastardo che mi ha violentato, massacrata di botte e lasciata su una strada del c***o a Torino». Le sue parole oggi risuonano in un video di quella sera a Palmi, postato dalla stessa cantante sul suo profilo Instagram. «Ogni sei ore un femminicidio, per non poi parlare degli abusi come quelli di Palermo. Per questo ho smesso di tacere. Io non sono carne», ha detto ancora ripetendo, acclamata dal pubblico: «Io non sono carne». La cantante ha aderito così alla campagna social #iononsonocarne, nata dopo lo stupro di gruppo ai danni di una 19enne di Palermo. 

Bertè aveva raccontato per la prima volta dello stupro subito nel 2020, ospite a Verissimo su Canale 5: «Facevo serate con le collettine e andavamo in giro per l’Italia, io ero l’unica ragazza vergine del gruppo. Una sera sono uscita con un ragazzo che da un mese mi regalava le rose. Lui mi ha portato in un appartamento. Quando ho sentito che chiudeva la porta con il lucchetto ho avuto terrore, mi ha riempita di botte e mi ha violentata. Questa cosa non l’ho potuta dire a nessuno e non ho denunciato. Ma per anni non mi sono fatta avvicinare dagli uomini, ero traumatizzata». All'epoca dei fatti, la cantante originaria di Bagnara Calabra aveva 16 anni.